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Pesco, tra eleganza e fragilità: come coltivarlo

© oltreilbalcone

Vedere fiorire un pesco a Milano, sul proprio terrazzo, può dare euforia. Se poi l’avvenimento si ripete ogni primavera, intorno a marzo, lasciatemelo confessare: inorgoglisce anche un po’. È una pianta delicata, facilmente soggetta a malattie. Ma i suoi fiori rosa confetto ripagano di ogni fatica. E poi ci sono i frutti: la magia nel vederli comparire, proteggerli nella crescita e coglierli personalmente. Un vero chilometro zero! Inoltre, se non avete un giardino, la buona notizia è che potete coltivare il pesco in vaso, in terrazzo. Se siete tentati a cimentarvi nell’impresa, questo post fa per voi!

Appunti sul pesco

Il pesco è una pianta armoniosa, allegra e vivace, capace di regalare grandi soddisfazioni. Tenete presente, però, che richiede cure specifiche e attenzioni particolari. Se siete alle primissime armi o dei pollici neri, non è con lei insomma che vi suggerisco di iniziare.

Non disperate, invece, se siete sprovvisti di giardino. Il pesco può essere coltivato anche in vaso, in balcone o terrazzo. In questo caso è meglio optare per un esemplare nano (io ho fatto così!): il vantaggio è che, a differenza del melograno nano, a fronte delle dimensioni più contenute la pianta produce comunque frutti commestibili.

La fioritura del pesco avviene all’inizio della primavera, tra febbraio e marzo, quando iniziano a spuntare anche le foglie. I fiori, color zucchero filato, mi ricordano ogni anno che l’inverno è ormai al termine. Dopo poche settimane dalla fioritura, vedrete comparire i frutti, che maturano da maggio ad ottobre, a seconda del clima. Sul mio pesco nano, per esempio, li colgo ad agosto e, negli anni più fortunati, metto nel mio portafrutta anche una decina di pesche.

La mia pianta di pesco nano, in terrazzo a Milano. © oltreilbalcone
La mia pianta di pesco nano, in terrazzo a Milano. © oltreilbalcone

Curiosità e benefici delle pesche

Le pesche sono tra i miei frutti estivi preferiti: golose, dissetanti e ricche di benefici. Contengono infatti sali minerali e vitamine. Vuoi mettere la soddisfazione di vederle crescere in terrazzo?!

Hanno poche calorie e sono indicate per le diete, come spuntino sano e leggero. Vantano proprietà antiossidanti e antitumorali, riducono la pressione arteriosa, stimolano le difese immunitarie e la diuresi. Attenzione al nocciolo, però, perché è tossico.

Il pesco è una pianta originaria della Cina ed è simbolo di immortalità. Per questo, è usanza locale porre dei cesti di pesche vicino ai defunti. In oriente anche il suo legno è prezioso: i mobili costruiti con questo materiale proteggono la casa (e le persone che la abitano) da pericoli e fantasmi.

Descrizione della pianta

Coltivato in giardino, è un albero di dimensioni raccolte, che raggiunge al massimo gli 8 metri di altezza, anche se molte specie non superano i 4 metri. A seconda del vaso, potete contenere la sua grandezza in base al vostro terrazzo.

Il mio pesco nano è alto poco meno di un metro e mezzo e – da un anno (è con me da una decina) – nello stesso vaso è nata spontaneamente una nuova pianta di appena 15 centimetri, accanto al tronco principale.

Gli eleganti fiori rosa sbocciano sui rami, insieme allo spuntare delle foglie verde brillante, dando eleganza e colore al terrazzo o al giardino.

La piccola piantina di pesco che è nata spontaneamente, dietro il fusto del pesco già esistente. © oltreilbalcone
La piccola piantina di pesco che è nata spontaneamente, dietro il fusto del pesco già esistente. © oltreilbalcone

I parassiti e le malattie del pesco

Questa pianta è purtroppo soggetta a diverse malattie. L’ideale è sempre prevenire, ma (senza fare il corvo del malaugurio) può capitare che si ammali; quindi è bene capire qual è il problema e sapere come agire.

La malattia più frequente è la bolla del pesco, si tratta di un fungo. È facile da identificare – deforma le foglie, che si accartocciano su loro stesse con bolle dal giallo al rosso intenso -, ma una volta che si manifesta è tardi per agire (la stagione in corso sarà compromessa). È meglio intervenire preventivamente in autunno-inverno con prodotti a base di rame, tollerati in agricoltura biologica.

Un’altra malattia fungina è lo oidio, chiamato anche mal bianco perché si manifesta con muffe di questo colore. Una posizione ventilata della pianta e la pacciamatura con un materiale che non crei un ambiente umido è un buon modo per prevenirlo; il rame e lo zolfo servono invece per curare il pesco.

Tra i parassiti pericolosi ci sono gli afidi, che provocano perforazioni alle foglie e ai rami – in questo caso usate degli appositi aficidi e/o soluzioni naturali come il macerato d’ortica – e la mosca da frutta, che mangia le pesche dall’interno, provocandone marciume e caduta – per sconfiggerla ci sono degli insetticidi specifici.

Il mio pesco nano in fiore. © oltreilbalcone
Il mio pesco nano in fiore. © oltreilbalcone

Dritte di giardinaggio

  • Il pesco predilige un’esposizione soleggiata.
  • Tollera le basse temperature, ma attenti alle gelate tardive.
  • Durante la fase di maturazione dei frutti, che dura qualche mese, innaffiatelo abbondantemente. In estate, ricordate che il pesco teme la siccità!
  • Concimatelo una o due volte l’anno con prodotti ricchi di fosforo, potassio e (senza eccedere perché può ridurre la fruttificazione) azoto, ma anche rame, magnesio e ferro (quest’ultimo è importante per prevenire la clorosi, quando cioè le foglie diventano gialle e scolorite).

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