Pianta on the road: le palme che si ergono come custodi dei variopinti palazzi di Cachoeira.
Da qui cominciò la lotta che portò all’indipendenza del Brasile, una battaglia in cui le donne svolsero un ruolo cruciale. Cachoeira non è solo un’elegante cittadina dal sapore coloniale, costellata di pittoreschi edifici dai colori pastello. È storia. È cultura. È tradizione. Sorge sulle sponde del fiume Paraguaçu, nello stato di Bahia, a poco più di 100 chilometri da Salvador. La maggior parte della popolazione è di pelle nera, e i culti di matrice africana, come il Candomblé, si sono mischiati al cristianesimo, dando vita ad un sincretismo religioso ricco di fascino. Tra dimore barocche e liberty, piazze colorate e chiese, vi racconto perché visitarla e cosa vedere, suggerendovi un posto originale dove dormire, in quello che un tempo era un convento.
Consigli di viaggio
Cachoeira si trova nel Nord-Est del Brasile, che è il cuore e l’anima del Paese. Sorge nello stato di Bahia, nel Recôncavo, la zona delle piantagioni dei portoghesi, chiamata così per la forma concava della baia di Todos os Santos.
La cittadina dista 120 chilometri da Salvador (circa due ore d’auto). Se ne avete la possibilità, vi suggerisco di trascorrerci due o tre giorni, per poterla apprezzare a pieno. Non è grande e si gira a piedi, ma va assaporata con calma e ci sono almeno due gite interessanti da fare (ve ne parlo in questo post).
Cachoeira è un posto speciale, lo si respira nell’aria. La cittadina è tranquilla, i ritmi sono lenti. Eppure lo percepisci che da queste parti è avvenuto qualcosa di importante.
È un luogo che custodisce e racconta la Storia del Brasile. Per questo, fate in modo di visitarla con una guida. Qui più che altrove è fondamentale: è necessaria una persona del luogo che vi racconti i suoi trascorsi, il suo passato fatto di opulenza lusitana e fatiche africane.
Dritta: se riuscite, chiedete e affidatevi a Valmir Pereira che, prima di diventare una guida, era un catador do rio (raccoglitore di fiume).
La Storia di Cachoeira
‘Città Eroica‘, così è conosciuta. È eroica per aver partecipato, con un ruolo chiave, alle lotte per l’indipendenza del Paese. Ed è storica per il suo patrimonio. Maria Quitéria, solo per fare un esempio, guidò la rivolta femminile proprio da Cachoeira e si travestì da uomo per andare in guerra (fu la prima donna ad arruolarsi in un’unità militare delle forze armate brasiliane).
Per anni il fiume Paraguaçu fu il mezzo di comunicazione più importante dello stato di Bahia; per questo Cachoeira, situata sulle sue sponde, godeva di una posizione privilegiata nel controllo dei traffici fluviali.
La sua epoca d’oro fu all’inizio del XIX secolo, grazie al controllo delle esportazioni di merci molto richieste, come la canna da zucchero, il tabacco e l’oro. Fu una colonia portoghese e pare fosse il villaggio più ricco del Portogallo fuori dall’Europa. Quando Lisbona fu distrutta da un terremoto, venne ricostruita grazie alla ricchezza di Cachoeira.
La cultura meticcia
Gli abitanti di Cachoeira discendono dagli schiavi africani. La città fu un importante centro di smistamento di migliaia di uomini, ai quali era privata qualsiasi libertà, destinati alle tante piantagioni di canna da zucchero e tabacco della regione.
Il suo primato di città ‘più nera’ di tutte (una caratteristica tipica del Nordest del Brasile) deriva proprio da questa ragione. Ma Cachoeira non è solo nera, è un luogo di contaminazioni, con un cuore meticcio e un fascino profondo.
Ancora prima dell’avvento del colonialismo, ospitava diverse tribù: Aymorés, Tipiniquins, Carajàs e Tupinambàs. Oggi – come risultato di una storia così ricca, fatta di incontri e scontri – vanta una cultura popolare variegata, frutto dell’incontro tra indios, europei e africani.

Cosa vedere a Cachoeira
Passeggiando per la città, sarete conquistati dal suo fascino pittoresco, tra piazze ombrose e magnifici palazzi barocchi dalle tonalità pastello, testimonianza della ricchezza portata dalla canna da zucchero nel Settecento.
Praça da Aclamação è la piazza più grande. E forse anche la più bella. Su di lei affacciano variopinti edifici del XVIII secolo, la Prefettura e la Casa da Camara e Cadeia, che aveva la duplice funzione di municipio e carcere, dove venivano rinchiusi i neri che cercavano di fuggire dalla schiavitù. Oggi vi si tengono ancora le assemblee comunali e potete visitare un piccolo museo dedicato alla storia dello stabile.
Cachoeira vanta molteplici chiese ricche di fascino, come la tranquilla cappella de Nossa Senhora de Ajuda, la più antica della città. Entrate nella chiesa in stile barocco Nossa Senhora do Rosário per ammirare le pareti, alte 4 metri, ricoperte da azulejos istoriati.
Spingetevi sino al mercato municipale, per tuffarvi nella quotidianità locale e scoprire i prodotti del territorio, come l’acerola, una ciliegia ricchissima di vitamina C o la rapadura, ottenuta dal succo della canna da zucchero.
Grande protagonista della città è il rio Paraguaçu, che corre lungo 500 chilometri, toccando circa 80 villaggi. Il fiume è attraversato dallo scenico Ponte Don Pedro II, una struttura di ferro e assi di legno importate dall’Inghilterra, che nell’Ottocento fu una delle opere di ingegneria più importanti del Sud America. Ancora oggi il ponte collega Cachoeira a São Felix, sull’altra sponda del rio.
Gita a São Felix e Santo Amaro
Da Cachoeira vi suggerisco di visitare due cittadine. Una, São Felix, è proprio sull’altra sponda del fiume e sarebbe un peccato non vederla, data anche la vicinanza; l’altra è Santo Amaro da Purificação, meno pratica, ma ci sono ottime ragioni per scoprirla.
São Felix
São Felix fu per anni la patria di gloriose fabbriche di tabacco. Oggi la fabbrica di sigari Danneman, in attività dal 1872, è aperta al pubblico. Merita una visita la casa-museo dove visse l’artista Karl Heinz Hansen.
Nato in Germania, Heinz visse in Etiopia e poi in Brasile; ebbe il merito di trasformare la cultura e le opere di Salvador de Bahia in arte. Da São Felix potete ammirare una suggestiva veduta panoramica dei dintorni.
Santo Amaro da Purificação
Ad un’ora e mezza abbondante d’auto da Cachoeira, Santo Amaro da Purificação è la città natale di Caetano Veloso. Dato che non capita tutti i giorni di andare in Brasile, se riuscite vi consiglio di andarci. Il villaggio ha una graziosa piazzetta, molto vissuta dalla popolazione, e si gira a piedi.
Dopo la partenza di Caetano per Rio de Janeiro, a Santo Amaro rimase la madre – Dona Canõ -, un mito da queste parti, archetipo della figura femminile locale. A lei è dedicato un teatro.
Quando sono stata a Santo Amaro Dona Canõ purtroppo era già morta, ma ho conosciuto Rodrigo, il fratello di Caetano. Mi hanno accolto nella loro casa ed è stata un’emozione. Nell’abitazione c’è una targa dedicata a Marielle Franco, che difese i diritti umani e fu brutalmente assassinata nel 2018.

Visita ad un terreiro
Cachoeira e i suoi dintorni ospitano il maggior numero di terreiros (templi) di Candomblé del Brasile. Il Candomblé è un culto afro-brasiliano, una religione devota agli Orixa, che non sono divinità ma spiriti, emanazioni del Dio unico, Olorun.
Merita la visita ad almeno uno dei terreiros presenti in quest’area. Come quello di Guaranci de Oxossi, lo spirito delle foreste e delle bestie feroci. Entrando in questo spazio noterete che metà del pavimento, dedicato alle divinità indigene, è in terra battuta; l’altra metà, con le piastrelle, è votata agli Orixas del Candomblé.
Il terreiro più importante è quello dell’Irmandade de Nossa Senhora da Boa Morte, nato 150 anni fa nelle case degli schiavi che offrivano rifugio ai lavoratori fuggiti dalle piantagioni. Si tratta di una confraternita composta unicamente da donne di colore. Con la fine della schiavitù, le ‘sorelle’ si avvicinarono alla chiesa cattolica. La figura centrale del culto è Mãe-de-Santo, una donna naturalmente.
Dove dormire a Cachoeira
Quando trovo delle sistemazioni originali (e confortevoli) per la notte, il viaggio ha una marcia in più. È il caso della Pousada do Convento, dove vi suggerisco di dormire: ha una piacevole piscina e si trova nel centro di Cachoeira.
Questa pousada (una sorta di B&B locale) è una sistemazione davvero suggestiva: è ricavata da un ex convento, abbandonato per oltre 50 anni e ancora oggi ne conserva la struttura, con uno splendido patrio centrale sul quale si affacciano le camere.
Tempo fa, dopo la costruzione di una diga, lo Stato ha investito nello sviluppo turistico del territorio e questa struttura è stata riconvertita in hotel. Di fianco alla Pousada do Convento, c’è la Chiesa do Carmo: entrate per ammirare i suoi soffitti in legno, dipinti a mano.
Cachoeira è così, ovunque ti giri, c’è un palazzo, una chiesa o uno scorcio ricco di fascino. Che custodisce una storia.
DRITTE TAKE AWAY
Dove dormire
Pousada do Convento, praça da Aclamação – Cachoeira
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