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Giardino La Foce, il balcone sulla Val d’Orcia

Giardino Val d'Orcia la foce © oltreilbalcone

Pianta on the road: le siepi di bosso che conducono lo sguardo alla maestosa vasca d’acqua nel Giardino La Foce, in Val d’Orcia.

Tra le tante meraviglie della Val d’Orcia, in Toscana, merita una visita il giardino della tenuta La Foce. Incastonato come un gioiello nel paesaggio, unisce la simmetria rinascimentale italiana a elementi tipici del romanticismo inglese. È un paradiso di rose, glicini, limoni e bossi. Ma non solo. Questo giardino racconta una storia di resistenza e antifascismo. Le sue vicissitudini si intrecciano con la vita di una donna raffinata, Iris Origo, attenta testimone del suo tempo. È un luogo speciale, dove ancora oggi si respira un prezioso senso di armonia. Vi racconto la sua storia e la sua bellezza, suggerendovi perché vale la pena visitarlo.

Dove si trova

La tenuta La Foce ed il suo incantevole giardino sorgono in luogo magico, dove le ondulate colline della Val d’Orcia incontrano i più aspri calanchi delle crete.

Siamo ad appena 10 minuti di macchina da Chianciano Terme, in provincia di Siena. Qui, ancora oggi, convergono le strade per Pienza, Montepulciano, Sarteano e Chianciano.

Il giardino è aperto al pubblico da maggio a novembre, con visite guidate – in italiano e in inglese – che raccontano nel dettaglio sia gli aspetti botanici che quelli storici della tenuta. Ricordatevi di prenotare e, se avete un cane, potete portarlo con voi.

Scorcio sulla Val d'Orcia dal Giardino La Foce. © oltreilbalcone
Scorcio sulla Val d’Orcia dal Giardino La Foce. © oltreilbalcone

La suggestiva storia de La Foce

Per apprezzare a pieno La Foce bisogna conoscere la sua storia. La tenuta, all’interno della quale si trova l’omonimo giardino, nasce come ostello, fondato nel 1498 dall’Ospedale Santa Maria della Scala di Siena per ospitare i pellegrini che si recavano a Roma lungo la Via Francigena.

Nel 1924 la tenuta venne acquistata dai marchesi Antonio e Iris Origo. Ai tempi erano giovani sposini: lui toscano, lei anglo-americana, futura storica e scrittrice. La proprietà era abbandonata da anni e l’intento fu quello di trasformarla, oltre che nella propria dimora, in una fattoria moderna.

Antonio si occupò della campagna, convertendo negli anni le brulle colline di creta della Val d’Orcia in un terreno fertile e produttivo; mentre Iris – che aveva abitato a Villa Medici a Fiesole – si dedicò alla creazione dei giardini, insieme all’architetto inglese Cecil Pinsent.

Il pergolato di glicine, in agosto, del Giardino La Foce in Val d'Orcia. © oltreilbalcone
Il pergolato di glicine, in agosto, del Giardino La Foce in Val d’Orcia. © oltreilbalcone

Dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi

Negli Anni ’40 La Foce – che comprendeva vigneti, orti e frutteti, oliveti e allevamenti di animali – era una comunità autosufficiente che produceva olio, vino, lana, formaggio, marmellate, frutta, ortaggi e persino zafferano. Ma non solo. Vennero costruiti asili e scuole, oltre ad un ambulatorio medico, di cui si occupò direttamente Iris.

Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Origo furono attivi coollaboratori della Resistenza: accolsero nella loro tenuta partigiani, prigionieri in fuga e famiglie sfollate dalle città bombardate. Nel Dopoguerra La Foce venne riconosciuta un’azienda modello e per questo non fu espropriata.

Dopo la morte di Iris e Antonio Origo, furono le loro figlie Benedetta e Donata a portare avanti la tenuta e i suoi giardini, organizzando mostre d’arte, corsi ed eventi.

Oggi è Katia, figlia di Benedetta Origo, a seguire le attività: dalla produzione di olio extravergine al Bed & Breakfast, sino al ristorante Dopolavoro, creato nel 1939 come luogo di incontro dei contandini, che serve piatti della tradizione toscana.

Il labirinto de la Foce, in Toscana. © oltreilbalcone
Il labirinto de la Foce, in Toscana. © oltreilbalcone

Il meraviglioso mondo del Giardino La Foce

Il Giardino è un vero incanto. Suddiviso in più terrazze digradanti sulla collina, si inserisce come una pietra preziosa nel paesaggio. È delimitato da siepi di bosso e decorato da maestosi limoni (oggi se ne contano 50 esemplari) in vasi di cotto, con bordure di erbacee e un magico pergolato profumatissimo di glicini e rose che arriva sino al bosco. Qui è stata creata una piccola cappella e il cimitero di famiglia.

Secondo l’idea di Iris Origo il giardino doveva essere un luogo dove poter leggere e pensare, ma anche scrivere e accogliere amici. Visitandolo si assapora una sensazione di pace e armonia. C’è anche un meraviglioso labirinto.

Lo spazio coniuga la simmetria rinascimentale toscana – con scalinate, vasche e scultura in pietra – e il romanticismo inglese, con bordure traboccanti di fiori. Passeggerete tra ciliegi e pini, sedotti dalla fragranza della ginestra selvatica, del rosmarino e del pino.

Le siepi di bosso del Giardino in Val d'Orcia La Foce. © oltreilbalcone
Le siepi di bosso del Giardino in Val d’Orcia La Foce. © oltreilbalcone

La Foce, tra passato e presente

Lo spazio circostante la tenuta era un tempo costellato di cipressi; purtroppo negli anni sono morti per via del cancro (brutta infezione causata da un fungo). Ma anche i giardini – come le città, come le persone – sono organismi vivi, plasmati dal tempo e capaci di evolversi.

Benedetta, una delle due figlie di Iris, ha conservato il Giardino il più possibile così com’era. Con gli anni sono sopraggiunte alcune novità erbacee e alla morte di alcune piante, ne ha sostituite altre, aumentando per esempio le ortensie, gli agapanti e le bulbose.

È una visita speciale quella al Giardino La Foce. La ricchezza della Natura, sapientemente addomesticata dall’uomo si intreccia alle vicissitudini di una famiglia che ha dato un contributo importante alla Storia. A fare da sfondo a questo intrigante connubio, c’è tutta la bellezza del paesaggio circostante. Perché La Foce è (anche) un balcone privilegiato sulla Val d’Orcia.

DRITTE TAKE AWAY

Giardino La Foce
Dove:
strada della Vittoria 61 – Chianciano Terme.
Apertura: mercoledì pomeriggio, giovedì, sabato e domenica.
Visite guidate: in italiano e in inglese.
Durata: 45 minuti
Costo: 10 euro (gratis per bimbi minori di 12 anni).
Dog-friendly: sì!
Sito ufficiale

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