Pianta on the road: la canna da zucchero, coltivata nella piantagione Laura, in Louisiana.
Lungo la River Road della Louisiana, nel profondo Sud degli Stati Uniti d’America, si susseguono sterminate piantagioni e maestose dimore, testimoni di un passato sfarzoso e crudele allo stesso tempo. Qui, tra distese di paludi, l’epoca d’oro del trentennio antecedente la guerra di secessione fu caratterizzato dall’opulenza, tristemente sorretta da un’economia schiavista. In questo post vi suggerisco la visita di una piantagione, la Laura Plantation, gestita da generazioni di famiglie creole. Potrete ammirare l’architettura e gli interni dell’antica villa padronale, esplorare i lussureggianti giardini e ripercorrerne la storia, conoscendo da vicino la dura vita degli schiavi afroamericani.
Perché visitare una piantagione della Louisiana
Se avete amato le atmosfere di Via Col Vento, la visita di una piantagione in Louisiana è d’obbligo. E lo stesso vale (saltando di palo in frasca) se siete appassionati di jazz o musica in generale, perché il mitico Delta Blues nasce qui. È figlio di quelle working song cantate nei campi dagli schiavi afroamericani, come valvola di sfogo contro lo sfruttamento dei padroni.
E se non siete né cinefili né appassionati di musica, sappiate che visitare una piantagione permette di rievocare uno scampolo di storia cruciale degli Stati Uniti d’America (siamo nella prima metà del 1800). Un’epoca d’oro, in cui la Louisiana vantava alcune delle zone più ricche dell’intera nazione, grazie ad un fitto sistema produttivo e sociale, caratterizzato anche dallo schiavismo.
Il fiume Mississippi – sul quale navigavano battelli a vapore per il traffico merci – era incorniciato da un susseguirsi a perdita d’occhio di piantagioni, ognuna con la rispettiva elegante dimora, che apparteneva ai proprietari della tenuta. Inizialmente era diffusa la coltivazione dell’indaco, in seguito si passò al cotone e alla canna da zucchero.
La visita di una piantagione riempie gli occhi di bellezza. Ma anche di tristezza. Perché il risvolto della medaglia delle incantevoli case padronali e dei bellissimi giardini, delle verande placide e delle piante maestose, è la crudele condizione degli schiavi a quell’epoca. Una realtà che avrete l’occasione preziosa di conoscere da vicino.

La ‘great’ River Road della Louisiana
Tra distese di paludi, la River Road della Louisiana è un tragitto di 120 chilometri che segue fedelmente il leggendario fiume Mississippi, collegando New Orleans a Baton Rouge, più a Nord.
Lungo questo itinerario – che attraversa una zona soprannominata non a caso ‘Plantation Country‘ – potete visitare una delle tante piantagioni aperte al pubblico.
Se avete l’occasione di sceglierne solo una, vi suggerisco Laura Plantation e in questo post vi racconto la sua particolarità.

Come raggiungere Laura Plantation
Laura Plantation è una piantagione particolarmente ricca di fascino perché permette di immergersi nella cultura creola, tipica di questa zona della Louisiana.
Si trova a metà strada tra New Orleans e Baton Rouge: dista da entrambe le città circa 50 minuti di macchina. Per raggiungerla, lasciate l’Highway 10 all’altezza di Vacherie. Qui, su entrambe le sponde del Mississippi sorgono alcune delle più affascinanti tenute che hanno fatto la storia di questo stato americano, da Oak Alley Plantation a Whitney Plantation.

Una storia creola di donne
Questa piantagione fu una dimora creola, fondata e gestita da un’élite di discendenza europea. Per creolo si intende la cultura e lo stile di vita non anglosassone, che fiorì in Louisiana prima che lo stato venne venduto agli Stati Uniti nel 1803.
La visita guidata – in inglese o francese – permette di ripercorrere la storia delle 4 generazioni di famiglie creole che si sono susseguite, grazie alle numerose testimonianze scritte e ad un grande lavoro di ricerca che è stato svolto.
Nel 1804 fu Guillame Duparc – veterano della marina francese durante la Guerra d’indipendenza – ad acquisire la piantagione, dedicata alla coltivazione della canna da zucchero. Appena quattro anni dopo il poverino morì e fu la moglie Laura Duparc – 39 anni e 3 figli – a gestire la piantagione e gli schiavi (la donna visse oltre 100 anni).
Furono le donne creole a gestire la piantagione per generazioni: quella che ascolterete durante la visita è una storia squisitamente al femminile.

Gli schiavi afroamericani
Da Laura Plantation molti schiavi divennero spesso parte della famiglia, ma – chiosa la guida che mi ha condotto alla volta di questa realtà – integrazione non significa uguaglianza e parità di diritti.
Gli schiavi lavoravano tutti i giorni sotto il sole caldo, umido e opprimente della Louisiana. Dormivano ammucchiati in spazi minuscoli: la visita alle loro baracche, dopo esser rimasta incantata dal fascino della dimora padronale, è una pugnalata al cuore.
Ma soprattutto, a queste persone era negato il bene più prezioso, la libertà. Sfogliare il registro degli schiavi dell’epoca, in dotazione alla piantagione, non può lasciare indifferenti. Su questo libro venivano indicati, per ogni essere umano, le caratteristiche e il valore monetario, in base ad età, stato fisico e provenienza.

La villa, i giardini e le coltivazioni
Oltre agli aspetti storici, c’è anche una forte componente botanica. Visitare una piantagione significa ammirare una rigogliosa vegetazione (secondo me uno degli aspetti più affascinanti). Laura Plantation ha un’estensione molto grande e conta circa 12.000 ettari di terreno.
La maestosa e variopinta casa padronale è collocata proprio al centro del terreno. I suoi colori sono vivaci: virano da sfumature crema a rosso e verde speranza. Incantevole la veranda, con tanto di sedia a dondolo, dalla quale si respira la brezza del Mississippi.

Le coltivazioni sono lussureggianti, complice il clima caldo e umido. Incantevole il giardino dedicato alla cucina, che è tutto un fiorire di erbe aromatiche. Oltre alla canna da zucchero, potete ammirare molte altre varietà, dai sontuosi alberi di noci ai banani, specie non autoctona che arrivò dalla Giamaica. Pensate che un’area del giardino è ribattezzata Bananaland.
Un consiglio: nello shop, proprio di fronte a dove fate i biglietti di ingresso, vendono candele alla fragranza di canna da zucchero con un profumo delizioso e persistente. Sono un souvenir grazioso da portare a casa. Come una madeleine, potrebbero farvi rivivere le (tante) emozioni vissute visitando la piantagione.
DRITTE TAKE AWAY
Laura Plantation
Dove: 2247 Highway 18, Vacherie – Louisiana.
Apertura: dalle ore 10 alle 16 (ultima visita alle 15.20).
Costo: 25 $.
Sito ufficiale: lauraplantation.com.
SCOPRI ANCHE…
→ New Orleans, il fascino meticcio della Big easy (leggi l’articolo)
→ Natchez: cosa vedere nella città più antica del Mississippi (leggi l’articolo)
→ Clarksdale, la città del Mississippi dove nacque il Blues (leggi l’articolo)
2 Comments
rossana
Novembre 18, 2020 at 10:16 amSplendido . belle foto . Davvero viene voglia di tornarci..
Corinna Agostoni
Novembre 18, 2020 at 10:52 amGrazie Rossana! Dovremmo stilare una wish list delle destinazioni dove ci piacerebbe andare non appena sarà possibile tornare a viaggiare, così quando sarà il momento (speriamo presto) saremo prontissimi. La Louisiana è una splendida meta.