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8 buone ragioni per scoprire Copenaghen

Copenaghen

Pianta on the road: l’aro titano del Giardino Botanico di Copenaghen, che di solito fiorisce solo una volta ogni 15 anni e possiede la più grande infiorescenza non ramificata del mondo vegetale.

Sostenibile, variopinta, gentile. Non è la prima volta che vado a Copenaghen e non sarà l’ultima. È una città che mi conquista ad ogni viaggio: a misura d’uomo, con generosi spazi verdi, edifici eleganti e pittoreschi canali. È vivace: vanta musei interessanti, eccellenti cocktail bar, realtà creative stimolanti e ristoranti squisiti. Ed è anche un po’ pazza: dove lo trovi un posto con un termovalorizzatore di design, che diventa un’attrazione turistica, con tanto di pista da sci e parete d’arrampicata (sul tetto)? Qui trovate 8 spunti per visitarla e tanti indirizzi utili.

Il bello di Copenaghen

Amo molte cose di Copenaghen. Sono affascinata dalla sua architettura e dai palazzi eleganti. È riconosciuta a livello mondiale come esempio d’eccellenza di pianificazione urbana, per l’armonia con cui coniuga vecchio e nuovo e per la capacità di accogliere spazi pubblici e favorire le attività umane, merito di architetti internazionali e danesi.

È una delle capitali Verdi d’Europa ed è ricca di parchi e giardini. Tutti (ma proprio tutti!) si spostano in bicicletta, grazie anche alle ottime piste ciclabili che si estendono per oltre 300 chilometri, permettendo di raggiungere comodamente anche l’hinterland. Il trasporto pubblico funziona molto bene – forte di una metropolitana all’avanguardia – e gli abitanti sposano in massa l’ecosostenibilità. Sapevate che è una città plastic-free?!

E ancora: Copenaghen è dinamica, vanta una piacevole movida – solo un po’ anticipata (si cena alle 18 e si prende il gin tonic alle 21) – e un fermento creativo coinvolgente, che va dal design alla tecnologia. È un centro urbano a misura d’uomo, attento ai bisogni delle persone e sensibile alla bellezza.

Ma entriamo nello specifico. In questo post vi suggerisco 8 buone ragioni per scoprire questa città: cosa vedere, dove mangiare o trovare il miglior cocktail martini e molti altri indirizzi intriganti che vi faranno innamorare di lei!

Scorcio di Copenaghen. © oltreilbalcone
Scorcio di Copenaghen. © oltreilbalcone

1. I grandi classici

Partiamo da qui. Ogni città sfoggia i suoi elementi iconici: si tratta di quartieri, piazze, singole sculture o musei per i quali viene ricordata e associata, come il Guggenheim di Bilbao o i canali di Amsterdam.

I grandi classici di Copenaghen sono il pittoresco porto Nyhavn e la Sirenetta (che si trova sempre in un porto, ma da tutt’altra parte, da non confondersi!). Non solo meritano entrambi una visita, ma vale anche la pena conoscere il loro passato, interessante e singolare.

Il porto vecchio

Nyhavn è uno dei quartieri più suggestivi della città, sicuramente anche il più instagrammato. Sorge nel porto vecchio di Copenaghen – anche se letteralmente il nome significa ‘porto nuovo’ – ed è un susseguirsi di edifici (molti dei quali storici) e barche in legno variopinte, le cui sfumature riflettono sul canale, dando vita a giochi di luce.

Oggi è una zona turistica – con negozi, ristoranti e bar – ma storicamente fu un quartiere losco, famoso per prostituzione, birra e marinai: rispetto al moderno taglio glam, il suo passato mi rende questa zona decisamente più simpatica. Se volete fare un tour in barca per i canali, Nyhavn è un buon punto di partenza.

Merita senz’altro farci una passeggiata a piedi. Fermatevi ai numeri 67 e 18 per ammirare le case in cui lo scrittore danese Hans Christian Andersen visse per ben 18 anni (fu l’autore di opere che conosciamo tutti, da La Principessa sul Pisello a Il Brutto Anatroccolo). Un’altra tappa che vi consiglio è lo storico hotel-icona 71 Nyhavn, ospitato in un ex magazzino in mattoni rossi. È tuttora in attività, ma può essere visitato anche se non siete clienti.

Il pittoresco porto Nyhavn, a Copenaghen. © oltreilbalcone
Il pittoresco porto Nyhavn, a Copenaghen. © oltreilbalcone

La Sirenetta di Copenaghen

La celebre statua della Sirenetta – simbolo di Copenaghen – si trova da tutt’altra parte rispetto a Nyhavn, nella vera e propria area portuale della città, sul molo di Langelinje. È accessibile gratuitamente, a qualsiasi ora del giorno. Si trova proprio a ridosso della riva del mare e vi basterà oltrepassare una manciata di scogli per ammirarla.

Per non rimanere delusi, vi anticipo che è piccola: una statua in bronzo, alta solo 125 cm. È ispirata alla protagonista della tragica favola di Andersen (che non ha l’happy end del cartone Disney, ma è una storia molto poetica) e fu commissionata all’inizio del ‘900 da Carl Jacobsen – figlio del fondatore della birra danese Carlsberg -, rimasto affascinato da un adattamento della fiaba come balletto.

Inaugurata nel 1913, la Sirenetta ha vissutoproprio come la protagonista che incarnauna vita travagliata: decapitata più volte da artisti radicali, è stata privata di un braccio (poi ricostruito) ed ha subito anche un tentativo di esplosione. L’aspetto positivo è che si è fatta un viaggio in Cina, in occasione dell’Expo di Shangai del 2010.

La Sirenetta di Copenaghen. © oltreilbalcone
La Sirenetta di Copenaghen. © oltreilbalcone

2. Nørrebro, quartiere hypster e cosmopolita

Copenaghen si sviluppa in diversi quartieri, molto caratteristici. Tra questi, Nørrebro è una delle zone più cosmopolite e alternative della città. Vivacissimo e con un’atmosfera hypster, colorato e alla mano, alterna negozi vintage, di antiquariato e di vinili, bar originali, ottimi ristoranti e negozi sfiziosi.

Tra i miei indirizzi preferiti: la panetteria Mirabelle, biologica e con il lievito madre più richiesto in città; lo stiloso cinema Empire e, proprio di fronte, la squisita pizzeria Bæst; la gelateria vegana Nicecream (ha anche altre 3 sedi a Copenaghen), con i suoi gelati ‘plant-based‘ che mettono in coda tantissimi cittadini; il Laundromat Café, che è una lavanderia a gettoni, ma anche un locale in voga… e, ancora, se volete concedervi un lusso, il ristorante Kiin Kiin, l’unico stellato con cucina thailandese fuori dalla Thailandia.

Se siete fan del celebre scrittore, in questo quartiere – nel tranquillo cimitero di Assistens – potete fare visita alla tomba di Hans Christian Andersen. Il cimitero è anche un prezioso polmone verde della città, dove i cittadini si recano per passeggiare e prendersi il proprio tempo.

Il Laundromat Café, nel quartiere Nørrebro di Copenaghen. © oltreilbalcone
Il Laundromat Café, nel quartiere Nørrebro di Copenaghen. © oltreilbalcone

3. Christiania, l’altra Copenaghen

Tra le varie cose pazzesche di Copenaghen c’è Christiania, che è una città – molto particolare – nella città. Nasce nel 1971 quando una zona militare abbandonata viene occupata e proclamata libera. Ancora oggi, abitata da più di un migliaio di persone, non è soggetta a tasse ed è auto-regolamentata, secondo una propria legislazione.

Controversa e discussa – anche a causa del libero scambio e consumo di droghe leggere – è uno scampolo di Copenaghen a sé stante: colorato, artistico ed eclettico. Rimane una zona tranquilla, potete passeggiarvi senza timori, consumare nei bar o partecipare a un concerto di musica dal vivo. Sappiate però che ha le sue regole: per strada è vietato parlare al cellulare, scattare fotografie (su questo ammetto di avere peccato) e correre.

Un fatto curioso: a Christiania è stata brevettata la prima bicicletta cargo, usata per il trasporto dei bambini (la vedete qui sotto in foto). È molto usata in tutta la città ed è ormai uno dei simboli della Danimarca.

Copenaghen-Christiania-©-oltreilbalcone
Una casa e il suo abitante a Christiania, Copenaghen. © oltreilbalcone

4. Dalle bio-oasi al Giardino Botanico

Copenaghen vanta generosi spazi verdi. Ovunque vi troviate, c’è sempre un parco o un giardino a poca distanza. Sparse per la città ci sono anche delle bio-oasi, fattorie urbane con animali – dalle galline ai conigli – dove i genitori portano i figli per insegnar loro a curare e rispettare le bestiole.

Tra i parchi, un luogo incantevole è il Giardino Botanico, che si estende su una superficie di 10 ettari: si trova proprio nel centro della città e l’ingresso è gratuito. I cani purtroppo non possono entrare e non è possibile fare running.

Il Giardino ospita oltre 13.000 specie e vanta diverse aree tematiche, tra cui quello delle piante danesi, le perenni, il giardino roccioso e quello dei rododendri. È piacevole venirci in qualsiasi stagione: lo spazio si presenta con colori e forme sempre diverse (io l’ho visto sotto la pioggia e, nonostante questo, aveva il suo fascino).

Incantevole la Palm House, una serra in vetro e acciaio bianco, che somiglia ad un palazzo di cristallo. La parte più antica risale al 1874 ed ha una suggestiva scala a chiocciola in ghisa che permette di ammirare le piante dall’alto. Dal 2018 c’è anche la Casa delle Farfalle (ingresso a pagamento, come nella serra), per ammirare da vicino la vita e trasformazione dei lepidotteri che svolazzano sopra la vostra testa.

Il Giardino Botanico di Copenaghen la suggestiva serra sullo sfondo. © oltreilbalcone
Il Giardino Botanico di Copenaghen e la suggestiva serra sullo sfondo. © oltreilbalcone

5. Il regno dello street food… e non solo

La città è una mecca per gli amanti della buona cucina: lo dimostrano, ancora prima dei ristoranti, i mercati. Come Torvehallerne, dove potete acquistare, ma anche degustare in loco i prodotti tipici locali, come il mitico smørrebrød (una fetta di pane di segale con sopra molteplici gustosità, dal salmone alle patate con maionese e avocado).

Torvehallerne è formato da due padiglioni al coperto e una parte centrale en plein air. Qui troverete di tutto: frutta, verdura, bellissimi banchi di fiori, smoothies e gustosità di ogni tipo. È un luogo informale e accogliente, dove fare colazione o pranzo con prodotti di alta qualità a prezzi contenuti (per gli standard locali).

I fiori in vendita al mercato Torvehallerne, non solo street food. © oltreilbalcone
I fiori in vendita al mercato Torvehallerne, non solo street food. © oltreilbalcone

Un altro indirizzo imperdibile è Reffen, nel quartiere industriale di Copenaghen, Refshaleøen. È un’area molto grande dedicata allo street food, dove potete trovare sia specialità danesi che internazionali, dalla cucina greca a quella indiana. Qui ho assaggiato i primi blue tacos della mia vita (squisiti!), con avocado, fagioli e formaggio.

Questo spazio gigantesco si affaccia al mare: alcuni tavolini dove mangiare sono posizionati proprio lungo la riva e sono particolarmente suggestivi. Reffen è più di un mercato di strada, è un’area urbana dedicata alla creatività – c’è anche un grande skate park – e nel week-end è una meta gettonata dalle famiglie.

I tavoli vista mare del mercato di street food Reffen. © oltreilbalcone
I tavoli vista mare del mercato di street food Reffen. © oltreilbalcone

6. Il Noma e i ristoranti imperdibili

Una cosa è certa: a Copenaghen si mangia benissimo. Purtroppo i ristoranti non sono economici, ma se venite per un week-end vale la pena togliersi qualche sfizio dato che siete in una delle capitali gastronomiche d’Europa. Vi suggerisco qualche indirizzo dove prenotare.

(Almeno) una volta nella vita concedetevi il Noma: più che una cena è un’esperienza. Il ristorante – premiato con due Stelle Michelin e giudicato ben quattro volte ‘Miglior Ristorante del Mondo’ dalla rinomata rivista Restaurant – sorge in una cornice originale ed è condotto dallo chef René Redzepi, danese con origini albanesi.

Curiosità: di fronte al Noma, sull’altra sponda del canale, c’è il termovalorizzatore di design di cui vi parlavo – quello con pista da sci e parete d’arrampicata -, che è stato disegnato dall’archistar danese Bjarke Ingels.

Il piatto Fantasia dall'Orto di René Redzepi al Noma di Copenaghen. © oltreilbalcone
Il piatto Fantasia dall’Orto di René Redzepi al Noma di Copenaghen. © oltreilbalcone

Nel menù degustazione del Noma – composto da oltre 10 portate – sono protagonisti radici, erbe, bacche e frutti. Molti piatti sono vegetariani e ogni forchettata è un viaggio. Sfiziosi anche i vini in abbinamento, tutti biologici o naturali.

Le cucine (sì, ce ne sono diverse) sono rigorosamente a vista e si trovano all’interno di serre. La brigata di lavoro è composta da oltre 40 persone che sembrano ballare mentre preparano i piatti e sono in grado di valorizzare ogni dettaglio e ingrediente. La sala in cui ho cenato è un antico bunker di guerra ristrutturato, dove interno ed esterno giocano tra loro, per rendere ancora più magica l’esperienza.

Cucina dentro la serra, al Noma di Copenaghen. © oltreilbalcone
Una delle cucine del Noma, dentro una serra. © oltreilbalcone

Dove cenare a Copenaghen

Oltre al Noma, le alternative non mancano. Rimanendo su una fascia di prezzo alta, vi consiglio il ristorante vegetariano Veve, ospitato in uno stiloso vecchio magazzino. Il menù è stagionale ed è composto da 4 amuse-bouche e 5 portate principali, abbinate a vini o ad una selezione di succhi home made.

Cambiando genere, se volete mangiare ottimi smørrebrød il posto giusto è Amans 1921, che ne propone una vasta selezione. Ce ne sono anche alcuni vegetariani, come quello con carciofi, salsa olandese, cerfoglio e formaggio gratinato.

Per provare uno dei rinomati hamburger danesi, vi consiglio Gasoline Grill, che nacque come il punto ristoro di una pompa di benzina e da lì ha fatto strada. Oggi è considerato il più buon panino in città. C’è anche una versione veggie che non è nulla di che perché manca l’hamburger vegetariano, ma vale la pena provarla anche solo per il pane (… e poi ci sono le patatine fritte!).

Piatto a base di fungo giapponese nel ristorante vegetariano Veve a Copenaghen. © oltreilbalcone
Piatto a base di fungo giapponese nel ristorante vegetariano Veve a Copenaghen. © oltreilbalcone

7. Copenaghen da bere

Oltre ad essere una meta gourmet, Copenaghen sfoggia una sfiziosa offerta di cocktail bar di tendenza. Da queste parti (e chi l’avrebbe detto?!) i cocktail li sanno fare davvero bene. Ampia scelta di botaniche e protagonisti green, tra fermentati ed erbe selvatiche.

Vi suggerisco un indirizzo tra tutti: il Ruby. Classificato tra i migliori cocktail bar al mondo (mica si scherza qui), il locale è caldo e accogliente. Sedetevi al bancone o al tavolo. In quest’ultimo caso, vi sembrerà di essere nel salotto di un amico (con un gusto molto raffinato per l’arredamento).

Per decidere cosa ordinare, lasciatevi ispirare dalla cocktail list. Personalmente, in questi casi amo andare sul classico: non c’è nulla di più buono di un Martini cocktail preparato alla perfezione da mani esperte!

Cocktail bar © Ruby
Il bancone del cocktail bar Ruby, a Copenaghen.

8. Passeggiate tra arte e negozi

Che vi piaccia girare per musei o per negozi (o entrambe le cose, come per la sottoscritta) a Copenaghen trovate pane per i vostri denti. Partiamo dalla cultura.

I musei di Copenaghen

La città vanta molti musei interessanti: da quello del Design a quello di Storia Naturale – che meriterebbe anche solo per la location, dato che si trova nel Castello di Fredericksborg, circondato da un lago e da incantevoli giardini. Vietato lasciare Copenaghen senza aver visitato il Museo d’Arte Moderna Louisiana, a una mezzoretta di macchina o treno dal centro urbano.

Il Louisiana si affaccia sul mare, con una vista suggestiva sullo stretto di Øresund ed è un continuo gioco tra esterno ed interno. L’enorme giardino è anche uno spazio espositivo, con sculture che si fondono nel paesaggio ed è un luogo vissuto, dove i bambini giocano e gli adulti si siedono a parlare e prendere il sole (quando c’è). Per questo, quando programmate la visita, evitate le giornate di pioggia.

Scorcio del giardino nel museo Louisiana. © oltreilbalcone
Scorcio del giardino nel museo Louisiana. © oltreilbalcone

Il Louisiana ospita un’importante galleria internazionale, con opere di artisti di tutto il mondo – a Giacometti è dedicata una sala stupenda – ma anche danesi, tra i quali il più famoso è Asger Jorn.

Fantastica l’installazione Glowing Lights of the Souls dell’artista giapponese Yayoi Kusama (di cui ho ammirato le zucche in Giappone a Naoshima)! La sua installazione ‘si vive’ in una stanza ricoperta di specchi, con una piscina riflettente e un soffitto dal quale pendono lampade che cambiano colore, quasi ipnotizzandovi.

Scultura di Giacometti al museo Louisiana. © oltreilbalcone
Scultura di Giacometti al museo Louisiana. © oltreilbalcone

I love shopping

Sapevate che Copenaghen vanta la via pedonale più lunga d’Europa? E non è una strada qualsiasi perché lungo Strøget si susseguono senza sosta una miriade di negozi, che annovera alla capitale danese anche il titolo di via dello shopping più lunga d’Europa.

Si trova in questa zona Illums Bolighus, mecca locale del design. Si tratta di una sorta di Rinascente in salsa danese, uno store multibrand su più piani – collegati da scale mobili – dove trovate qualsiasi genere: dai coltelli agli accappatoi, dai giochi per bambini alle lampade. Il tutto, ça va sans dire, design oriented.

Tra i negozi da non perdere – a parte il monomarca Marimekko (che ad onor del vero è finlandese, ma è il mio brand di design preferito e in Italia non c’è un negozio dedicato a lui) – vi consiglio Rains. Brand danese dal gusto stiloso e con linee semplici, propone modelli impermeabili, dai trench agli zaini.

Se siete arrivati a leggere sin qui, sarete d’accordo con me che le occasioni per visitare Copenaghen non mancano.
Ci siete mai stati? Quali sono i vostri luoghi preferiti in città? Scrivetemi nei commenti, se vi va!

Dritte Take Away

Musei da vedere
Natural History Museum
Design Museum
Louisiana Museum of Modern Art
Dove mangiare
§
Bæst, Guldbergsgade 29 – Copenaghen
§ Kiin Kiin, Guldbergsgade 21 – Copenaghen
§ Noma, Refshalevej 96 – Copenaghen
§ Veve, Dampfærgevej 7 – Copenaghen
§ Amans 1921 Niels Hemmingsens Gade 19 – Copenaghen
§ Gasoline Grill diverse sedi – Copenaghen
Street food
§ Torvehallerne, Frederiksborggade 21 – Copenaghen
§ Reffen, Refshalevej 167 – Copenaghen
Cocktail bar
Ruby, Nybrogade 10 – Copenaghen

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