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Scoprire la Val di Non, tra castelli, eremi e mele

Val di Non © Massimo Ripani

Pianta on the road: i meli della Val di Non.

Dici Val di Non, pensi alle mele. E non sbagli perché questa suggestiva valle del Trentino, disegnata da meleti a perdita d’occhio, è il regno di questo frutto dalla polpa croccante. Ma la bellezza e le attrazioni della valle non si fermano qui. A rendere il paesaggio ancora più fiabesco, ci pensano i maestosi castelli e gli eremi dal fascino leggendario. Quel che si dice ‘un luogo da favola’. E se – tra morbide colline, laghi verde smeraldo, boschi e vette acuminate – le occasioni per venire in Val di Non non mancano, qui vi suggerisco tre spunti intriganti: al cospetto di un santuario leggendario, dove vive anche un orso; alla volta di manieri maestosi, ora riaperti al pubblico e con possibilità di fare picnic e alla scoperta di un sito dove conoscere tutto quello che c’è dietro al mondo delle rinomate mele D.O.P della valle.

Perché la Val di Non?

Vi suggerisco 3 buone ragioni, che costituiscono anche 3 esperienze da vivere in Val di Non, in Trentino. Per raggiungerla, calcolate 3 ore di macchina da Milano, mezz’ora da Trento (leggi l’articolo dedicato) e un’ora dalla Val di Fiemme (leggi l’articolo).

Il paesaggio di questa valle è un susseguirsi interminabile di meleti, dove sono incastonati come gioielli santuari avvolti da leggende – qui vi parlo di quello di San Romedio – e castelli, in cui si intrecciano episodi del passato, vicende di streghe e storie di amori perduti.

Il territorio permette di fare molteplici escursioni, sia da un punto di vista culturale che naturale. Eccovi tre proposte.

Un balconcino panoramico nel Santuario di San Romedio. © oltreilbalcone

1) Il Santuario di San Romedio

Questo Santuario, da solo, vale il viaggio. È un posto speciale. E non perché rappresenta uno dei più interessanti esempi di arte cristiana in Trentino, ma soprattutto per la sua storia, per il valore che ha avuto (ed ha tutt’ora) per le persone giunte in pellegrinaggio. Per le sue vibrazioni.

Merita venire sin qui anche per ammirare la sua posizione mozzafiato: sorge su una rupe calcarea alta 70 metri, circondato da un’incantevole cornice naturale. E vale la pena conoscere la celebre leggenda dell’orso. È un luogo vissuto, ricco di spiritualità. Di quell’energia che si percepisce, si afferra nell’aria anche se non sei credente. Ma cerchiamo di andare con ordine.

Il Santuario si trova vicino a Sanzeno ed è formato da un complesso architettonico con più chiese e cappelle (la più antica del XI secolo) costruite sulla roccia, a cui nel corso dei secoli se ne sono aggiunte altre. L’intera struttura è collegata da 131 ripidi scalini e arrivare in cima, tra i vari omaggi di tutte le persone passate di qui, è un’esperienza.

Il Santuario di San Romedio, in cima ad una rupe della Val di Non. © oltreilbalcone

La leggenda dell’orso

Tra le varie leggende che ruotano intorno al santuario, la più nota è quella dell’eremita Romedio di Thaur, diretto a Trento a cavallo per incontrare un vescovo. Il suo destriero però venne sbranato da un orso. Romedio riuscì a rendere mansueto l’animale, cavalcando l’orso sino a destinazione e, dopo quell’episodio, era solito accompagnarsi sempre al nuovo amico dall’imponente mole.

Da allora, l’Eremo accoglie orsi nati e vissuti in cattività, per offrire loro la migliore situazione abitativa dato che non possono essere messi in libertà perché non sarebbero in grado di sopravvivere. Al momento è di casa Bruno, che era tenuto abusivamente da un privato nei pressi di Roma, insieme ad altri animali, in una situazione pessima.

Dopo un passaggio al Parco Nazionale d’Abruzzo, dove però viveva in un’area ristretta e non adeguata, venne trasferito qui. Ha preso dimora accanto al Santuario nel 2013, oggi ha circa 20 anni e sembra stare benone, godendosi lo spazio a disposizione e il panorama. Protetto, forse, dallo stesso San Romedio.

Uno scorcio del Santuario di San Romedio. © oltreilbalcone

2) I castelli della Val di Non

La Val di Non ospita il maggior numero di castelli tra tutte le valli del Trentino: racchiude uno scampolo di Loira in salsa squisitamente italiana. Il paesaggio fiabesco – complice una Natura particolarmente generosa – è impreziosito da maestosi edifici, custodi di storie e antiche leggende.

Dal 1 luglio 2020 è possibile tornare a scoprire i castelli della valle e l’occasione è ghiotta. Al fine di garantire un’esperienza nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, infatti, le visite sono previste in piccoli gruppi. Potete così assaporare l’atmosfera sospesa nel tempo dei manieri in modo pressoché esclusivo, tra passaggi segreti, sale e loggiati, testimoni in passato di feste e cortei.

Castel Nonno, in Val di Non, abbracciato dai melati.
Castel Nonno, in Val di Non, abbracciato dai meleti. © Massimo Ripani

I manieri da non perdere

Tra le varie possibilità, Castel Nanno e Castel Belasi spiccano per le loro suggestive posizioni panoramiche nel cuore dei meleti. Da questi siti si gode una veduta incantevole sulla valle, la cui bellezza rimane impressa negli occhi. Entrambi sono visitabili in autonomia, con audioguida e senza prenotazione.

Se Castel Belasi è il tipico castello-fortezza, con torre pentagonale, cammino di ronda e merli; Castel Nanno ha un’impronta stilistica ‘all’italiana’, rara in Trentino. La forma di quest’ultimo è quadrata e storicamente fu interessato da processi di stregoneria, oltre ad essere avvolto da leggende, come quella degli innamorati Melisenda e Ludovico, che provenivano da casati rivali. Dopo la visita a Castel Nanno, potete fermarvi nel suo pittoresco giardino per un picnic.

Da scoprire anche Castel Valer, tra i più eleganti della Val di Non e tutt’ora abitato da una famiglia nobile e Castel Coredo, che non ha l’aspetto di un castello, ma di un austero palazzo signorile e conserva interni di pregio con dipinti d’epoca. Entrambi sono visitabili solo su prenotazione e con tour guidati.

castel Valer Val di Non Trentino
Castel Valer, in Val di Non. © Massimo Ripani

3) MondoMelinda, nel regno delle mele

Le mele della Val di Non sono il simbolo del territorio. Le tre varietà DOP sono Renetta Canada (la mia preferita!), Red e Golden Delicious, ma meritano un morso anche le Gala e le Fuji (dolcissime!). Per fare una full immersion in questo universo della frutticoltura, fate una visita a MondoMelinda.

Oltre ad essere un centro visitatori dedicato alle famose mele DOP della valle, è anche uno spaccio – aperto tutto l’anno (orari: 8.30-12.30 e 15-19, chiuso il lunedì; i cani possono entrare). Qui potete fare shopping, portando a casa alcune delle tipicità del territorio. Oltre alle mele, tutti i suoi derivati: dall’aceto al sidro, dai succhi ai prodotti di cosmesi ricavati dal frutto.

Le mele Melinda della Val di Non. © oltreilbalcone

Nel giardino di MondoMelinda, non perdetevi il Golden Theatre, un cubo dorato che all’interno accoglie uno spazio multimediale. Qui farete un viaggio virtuale esperienziale nell’universo sotterraneo delle celle ipogee scavate nella roccia dolomitica.

La visita – autonoma e gratuita – dura circa 10 minuti e porta alla scoperta dei processi sostenibili che riguardano la filiera di raccolta e conservazione delle mele locali.

Avete anche la possibilità – da settembre (quando le prime mele compaiono sugli alberi) – di prenotare una visita guidata che porta all’interno dei centri di produzione e confezionamento (circa 4 euro per 45 minuti). L’esplorazione termina con una degustazione di prodotti Melinda. Perché assaggiare i frutti del territorio è sempre un buon modo per entrare in sintonia con il luogo in cui vi trovate!

[L’immagine in copertina è di Massimo Ripani]

DRITTE TAKE AWAY

Per maggiori informazioni: visitvaldinon.it

IN TRENTINO, SCOPRI ANCHE…
→ Monte Baldo, passeggiata botanica nel Giardino d’Europa (leggi l’articolo)
7 esperienze da fare a Trento e dintorni (leggi l’articolo)

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