Pianta on the road: i lupini, che svettano verso il cielo e colorano i prati di Gressoney.
Per sfuggire alla calura estiva, la montagna è un’ottima idea. Vi suggerisco un fine settimana dog-friendly in Valle d’Aosta, a Gressoney, tra prati fioriti e cascate, al cospetto di sua maestà il Monte Rosa. Il gigante bianco troneggia sulla valle del Lys, bagnata dalle acque spumeggianti dell’omonimo torrente. I vantaggi di Gressoney sono molteplici: è facilmente raggiungibile da Milano e Torino, vanta paesaggi fiabeschi e i cani sono accettati pressoché ovunque. In più, oltre alle pittoresche passeggiate nella Natura, dove alle zone pianeggianti si alternano una distesa di rocce e ghiacci, offre intriganti indirizzi in cui cenare e fare un aperitivo, rigorosamente con vista. Ve ne parlo in questo post, consigliandovi un hotel grazioso, perfetto anche per il vostro pelosone e alcune suggestive escursioni da fare. A sei zampe.
Informazioni pratiche
Il primo punto a favore di Gressoney è che dista appena due ore di macchina da Milano e un’ora e mezza da Torino. Non è poco, se volete fare un week-end in estate staccando completamente dalla routine della settimana, senza per questo dover macinare chilometri e soprattutto affrontare code infinite.
La valle del Lys sale da Pont-Saint-Martin sino alle nevi perenni del Monte Rosa, il secondo massiccio più alto delle Alpi. Dopo Gaby, incontrate Gressoney-Saint-Jean (1.385 metri) ed infine Gressoney-La-Trinité (1.627 metri): sono gli ultimi due borghi abitati della valle e distano l’un l’altro 10 minuti d’auto.
In estate le giornate sono piacevolmente calde (23/25 gradi), con una brezza pungente che ricorda di essere in montagna; mentre la sera la temperatura si abbassa (12/15 gradi) ed è necessaria una giacca di jeans o un piumino leggero. Naturalmente, si dorme benissimo: le estati afose della città vi sembreranno lontane anni luce.

Venerdì sera a Gressoney
Il mio suggerimento, se potete, è di partire venerdì, subito dopo il lavoro, per approfittare di almeno una giornata intera di vacanza (il sabato). Avviandovi dopo pranzo o comunque nel pomeriggio, arriverete a Gressoney in tempo per godervi una piacevole serata.
Una volta approdati a destinazione, concedetevi due passi a piedi a Gressoney-La-Trinité, l’ultimo centro abitato della valle, che sorge in una conca dominata dal ghiacciaio del Lyskamm. Qui potete subito respirare il fascino della montagna.
Se in inverno il paese è una stazione alpina di fama mondiale, in estate è il punto di partenza strategico – anche grazie all’apertura degli impianti di risalita – di molteplici itinerari escursionistici.

Aperitivo e cena a Gressoney-La-Trinité
Ma torniamo al venerdì sera: ci vuole un buon aperitivo e il mio posticino preferito è Castore & Polluce, un’enoteca con 240 etichette che propone anche ottimi cocktail, collocata nella centralissima piazza Tache a Gressoney-La-Trinité.
Se il posto vi conquista, potete anche fermarvi a cena (io sono tornata per pranzo). In carta, squisiti crudi di pesce, ma anche piatti vegetariani, come il rösti (la Svizzera è dietro l’angolo, in fondo) con uova al tegamino e toma valdostana stagionata.

Un’alternativa intrigante per cena, raggiungibile in 5 minuti a piedi dall’enoteca, è Walserschild. In questo ristorante dalle pareti in legno si assapora una tipica atmosfera di montagna.
Qui potete mangiare dagli gnocchi fatti in casa al Bleu d’Aoste (ottimo erborinato locale) allo spezzatino di cervo con polenta, ma anche ottime pizze. Buoni gli amari locali.

Dove dormire a Gressoney-Saint-Jean
Per la notte, condivido con piacere la preziosa dritta di un hotel che mi è stato consigliato da amici (grazie Viola e Davide!). Lyshaus è un grazioso albergo a tre stelle a Gressoney-Saint-Jean, con i tipici arredi in legno della regione ed un wi-fi perfettamente funzionante.
Strategico anche per l’inverno perché si trova a 600 metri dagli impianti di risalita del Weissmatten, è un hotel squisitamente dog-friendly. Non solo i cani sono i benvenuti, le camere sono addirittura allestite per gli amici a quattro zampe, con cuccia, copertina da sistemare sul letto o sul divano accanto a voi e ciotole (vi verrà chiesta la taglia del peloso per assicurare un kit ‘su misura’).
Ad accogliervi c’è Charly – qui la sua pagina Instagram -, un pastore svizzero dal pelo soffice, bianco come la neve. Se il vostro cane è un maschio come lui, avvertite i proprietari – gentilissimi – prima di entrate: solitamente scorrazza libero, ma in queste occasioni lo tengono sempre per scrupolo. La colazione è ottima: golose le torte e meravigliose le uova sbattute con erbette di montagna.

Sabato: escursione in quota
Dopo una bella dormita, è tempo di una bucolica escursione verso laghi, rifugi e suggestivi punti panoramici, per godere appieno del paesaggio montano in estate. A Gressoney avete l’imbarazzo della scelta!
Il percorso di trekking che vi suggerisco copre l’intera giornata, ma potete farne anche solo una parte. Non servono corde né attrezzature alpinistiche, ma a tratti è faticoso, non lo nego. La montagna è così. La bellezza va conquistata. Si sale, ci si stanca, si suda. Ma quando la afferri, il sapore è dolcissimo.
Prima di partire, munitevi di borraccia e di una museruola per il vostro cane (vi servirà per il tragitto sulla funivia). I pranzi nei rifugi vanno prenotati, in alternativa potete fare un picnic portando con voi tutto il necessario.

Itinerario per la Cappella Sant’Anna
In macchina – o volendo a piedi (ma in questo caso calcolate almeno un’ora in più) – raggiungete Selbsteg, un caratteristico ponte naturale sul torrente Lys, corso d’acqua che nasce in Francia dal ghiacciaio e attraversa tutta la valle. Parcheggiate l’auto lungo la strada ed iniziate l’escursione, seguendo il percorso 9 (da non confondere con il 9A, più semplice ma meno avvincente).
Per raggiungere la piccola Cappella Sant’Anna (2171 metri) calcolate circa un’ora e mezza di marcia. Seguite sempre le indicazioni per il Colle Bettaforca, un valico a 2672 metri che unisce la valle del Lys con la Val d’Ayas.
La vostra meta è la Cappella: per arrivare sin qui attraverserete una suggestiva cascata – in Valle d’Aosta ce ne sono molte -, percorrendo un itinerario in salita, a tratti impegnativo ma senza strapiombi, costeggiato da lupini variopinti, rododendri, gigli, viole e genzianelle.

Una volta in cima, la veduta sul ghiacciao e il profilo del Monte Rosa ripagano di qualsiasi fatica. Pranzate nel rifugio Jutz (prenotate al 349.2207218), che ha da poco cambiato gestione: la polenta concia è un mondo squisito di burro d’alpeggio e fontina. I cani sono ben accetti.
Per i più pigri: potete arrivare al rifugio anche grazie alla funivia Staffal/ Sant’Anna.
Per i più sportivi: per raggiungere il Colle Bettaforca dovete proseguire oltre il rifugio, calcolando 3 ore e mezza di strada. In questo caso l’escursione è più impegnativa e presenta diversi punti a strapiombo.

Verso il Lago Gabiet
Dopo pranzo, raggiungete a piedi la telecabina Stafal-Gabiet: per farlo seguite l’itinerario 8 (direzione Stafal). La strada è dolce e in discesa, attraversando una bella pineta in mezz’ora arriverete al parcheggio della telecabina.
L’andata e il ritorno costano 10 euro a persona; se vie siete dimenticati la museruola per il vostro cane (come accaduto a me), potete noleggiarla al costo di 2 euro più 8 di cauzione, che vi sarà restituita al ritorno. Attenzione: l’ultima corsa è alle 17.30.

Una volta arrivati in cima, in 15 minuti a piedi raggiungete il laghetto artificiale Gabiet, a 2371 metri d’altitudine. È collocato in una conca, dalla quale potete godere di una spettacolare veduta panoramica sulle vette cult del Monte Rosa: il Breithorn, il Castore, il Polluce e il Lyskamm.
Il contrasto tra il verde dei pascoli e il bianco dei ghiacciai rende ancora più imponenti le vette. Noterete anche la presenza di una diga: è la prima entrata in esercizio in Valle d’Aosta. Pastis, il mio cane, si è fatta delle pazze corse sulla soffice erba che scende sino al lago, rinfrescandosi le zampe nell’acqua (ghiacciatissima).
Se avete ancora fiato e tempo, potete fare una nuova passeggiata – di circa 45 minuti – fino al rifugio vegetariano Orestes Hütte. Purtroppo causa Covid-19 il pranzo è consentito solo a chi pernotta nella struttura, ma potete prenotare per cena.

Ritorno e cena a Gressoney-Saint-Jean
Dopo esser tornati al parcheggio della telecabina, per raggiungere il punto dove avete lasciato la macchina seguite il percorso 15. Non presenta alcuna difficoltà ed è ombreggiato da pini cembri, larici, aceri e frassini. Lungo la strada incontrerete le tipiche case Walser, in pietra e legno di larice.

Una volta tornati in hotel, dopo una doccia e del meritatissimo riposo, ci vuole una cena che ricompensi le fatiche del giorno. Personalmente ho preferito rimanere a Gressoney-Saint-Jean, per non dover prendere l’auto e ho raggiunto a piedi il Nordkapp, un ristorante che – oltre alle portate tipiche valdostane (polenta e selvaggina) – propone anche dei piatti più innovativi.
Chiedete di stare al primo piano, che è un pochino più spazioso e i tavoli sono leggermente più distanziati. Spesso fuori menù ci sono i porcini freschi e sono deliziosi! Ottimo anche il gelato alla violetta con i mirtilli. Il prezzo è medio-alto, calcolate sui 50 euro a testa (dipende anche dal vino). I cani sono i benvenuti.

Domenica, seconda escursione a piedi
Una colazione luculliana è d’obbligo in montagna. Dopo aver fatto il pieno di energie, visitate Gressoney-Saint-Jean, con le tipiche case Walser.
Merita una visita anche la chiesa San Giovanni Battista, nella piazzetta principale e il Castel Savoia, fatto costruire dalla regina Margherita di Savoia come residenza estiva. C’è anche un incantevole giardino botanico.
Gressoney-Saint-Jean, che conta circa 800 abitanti, è un paesino a misura d’uomo e vanta generosi prati – tutti tagliati alla perfezione – dove nel week-end le persone si sdraiano a prendere il sole, mentre i bambini giocano a palla o fanno i giri sui pony. Il punto più suggestivo è il laghetto Gover, con le sue acque verde smeraldo.

Passeggiata della Regina
La nuova escursione che vi suggerisco parte proprio dal lago Gover. Da qui, imboccate il percorso 15, noto anche come la Passeggiata della Regina. È un itinerario dolce, per lo più ombreggiato (mica scema, la regina), che attraversa una delle foreste ad abete rosso più fitte e affascinanti della zona, tra scoiattoli e picchi.
Gli aghi dei pini caduti rendono il terreno dove si passeggia morbido, quasi molleggiato. Tra fiori selvatici e mucche al pascolo, dopo circa 2 chilometri raggiungete la frazione Tschemenoal, dove c’è una fontana e qualche casa.

Verso il rifugio Alpenzù
Da qui, vi suggerisco di farvi forza e seguire il percorso 6, che trovate proseguendo dritto sulla vostra sinistra e tocca i villaggi di Alpenzù piccolo e Alpenzù grande, dove l’architettura locale Walser è perfettamente conservata.
L’itinerario – lo stesso percorso dalle popolazioni d’Oltralpe che dal XII secolo migrarono verso la Valle d’Aosta attraverso le montagne – costeggia una suggestiva cascata, tra piante monumentali, di cui molti larici antichi; mentre a fare da sfondo c’è il maestoso massiccio del Monte Rosa.
L’andata è sempre in salita, spesso ripida. “Non molla mai” mi ha detto un passante mentre mi accingevo a cimentarmi nell’impresa. È faticoso, non lo nego, ma l’aspetto positivo è che dura ‘solo’ un’oretta, a seconda del vostro passo di marcia. In cima, c’è il rifugio Alpenzu Grande, dove ristorarsi e gustare le specialità della zona (prenotate al 338.2562229).

Amore a prima vista
Sono ripartita per Milano nel primo pomeriggio, per evitare possibili ingorghi da rientro. Ma quei paesaggi fiabeschi, il profumo di pino, la magnificenza del Monte Rosa, le cascate e i tappeti di fiori sui prati li serbo ancora negli occhi. E nello spirito.
Non vedo l’ora di tornare. Perché quando scopri e vivi sino in fondo la montagna d’estate, poi non riesci più a farne a meno.
DRITTE TAKE AWAY
Dove dormire
Hotel Lyshaus, Gressoney-Saint-Jean
Ristoranti consigliati
§ Walserschild, Gressoney-La-Trinité
§ Nordkapp, Gressoney-Saint-Jean
Aperitivo
Castore & Polluce, Gressoney-La-Trinité
Rifugi
§ Jutz
§ Orestes Hütte
§ Alpenzu Grande
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