Pianta on the road: le molteplici piantagioni di aloe, che costellano il paesaggio di Lanzarote.
Nera come le colate di lava rafferma che rivestono la sua superficie. Verde come le piante grasse gigantesche che si stagliano dalla terra color carbone, sino a toccare il cielo ceruleo. Bianca come le nuvole portate dal vento e le casette tradizionali in calce, squadrate e basse, che punteggiano il paesaggio. Sono questi i colori di Lanzarote che rimangono impressi negli occhi. E nel cuore. L’isola delle Canarie più vicina alla costa africana, dichiarata dall’Unesco “Riserva della Biosfera”, ha una bellezza selvaggia ed è un esempio sublime di ecosostenibilità. Merito dell’artista César Manrique se questa terra forgiata dai venti non è massacrata da centri vacanza e grattacieli, mantenendo un’anima autentica. Vi suggerisco cosa vedere, dove dormire e i ristoranti da non perdere, raccontandovi chi è César Manrique. Perché non si può parlare di questa destinazione senza parlare di lui, che ha usato l’isola – dove non c’è nulla e c’è tutto – come una tela su cui plasmare le proprie idee artistiche in difesa dei valori ambientali. “L’austerità è una grande pedagoga e Lanzarote è un’ottima insegnante“, scrisse.
Come arrivare e muoversi
Lanzarote si raggiunge comodamente con un volo diretto Ryanair che, in tre ore e mezzo, vi catapulterà dall’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio ad Arrecife, la capitale dell’isola. Sarete proiettati in un’altra dimensione, un paesaggio vulcanico spiazzante, dove lava e rocce dalle forme fantasiose ricoprono il terreno. In aeroporto, noleggiate subito una macchina: è l’unico modo per muoversi (non ci sono treni). Il clima è sempre mite: se potete, evitate luglio e agosto, sapendo che anche ad aprile o novembre farete il bagno. Il vento batte implacabile tutto l’anno: gli alisei saranno vostri fedeli compagni di viaggio.
Consiglio: ovunque sull’isola ci sono piantagioni di aloe. Fermatevi in una delle molteplici botteghe-museo lungo la strada per scoprire i benefici di questa pianta e acquistare ottime creme cosmetiche di produzione locale.

Una delle tante coltivazioni di aloe a Lanzarote. © oltreilbalcone
La Fondazione e la casa di César Manrique
Per capire Lanzarote, bisogna raccontare il suo inestricabile legame con César Manrique. Nato ad Arrecife, fu un artista poliedrico e visionario: architetto, pittore, scultore. Ma anche coscienza critica ed ecologista radicale.
Sull’isola, seppe dare vita e promuovere un inedito rapporto d’equilibrio tra Uomo e Natura, che è possibile percepire ancora oggi. Si conquistò l’appoggio delle istituzioni e fece promulgare una ferrea tutela del territorio (tuttora in vigore), dove gli interventi dell’uomo si armonizzano con l’unicità del paesaggio attraverso un’architettura rurale locale.
La Fondazione César Manrique
Per conoscere meglio quest’uomo dalla personalità travolgente e capire la filosofia di Lanzarote, due visite sono d’obbligo. La Fondazione César Manrique venne costruita dall’artista, che visse qui sino al 1987, a pochi chilometri dalla capitale. Classificata come una delle case più belle al mondo, è ricavata da blocchi di lava nera, all’interno di 5 bolle vulcaniche. Dall’esterno è pressoché invisibile, si integra perfettamente con il paesaggio . Dopo aver attraversato il giardino, dove le sue sculture si alternano a splendide piante grasse, inizia la meraviglia.

La scultura “El Juguete del Viento” di Manrique, nel giardino della sua Fondazione a Lanzarote. © oltreilbalcone
Quella che un tempo fu la sua casa oggi è adibita a museo: le vetrate enormi e alcune colate di lava lasciate entrare dalle finestre fanno sì che la Natura prenda il sopravvento. Vi sentirete proiettati nel paesaggio, pur essendo in un interno. Scendendo nelle bolle, dove si ammirano gli spazi abitativi di forma sferica e gli arredamenti ad hoc di Manrique, l’amore per la sua terra vi sarà ancora più evidente.
La casa di César Manrique
Un’altra tappa da non perdere è la casa di Manrique nel paesino di Haría, meno nota, ma altrettanto densa di fascino. L’artista visse e lavorò qui dal 1988 al 1992, durante gli ultimi anni della sua vita.
È una residenza di campagna, reinterpretata da un punto di vista contemporaneo. Scelse di costruirla in un paese tranquillo, a contatto con la natura per trovare l’ispirazione necessaria per dipingere. Visitarla mette un senso di pace. I bagni, con generose vetrate che affacciano sul giardino, sono un vero spettacolo!

La piscina della casa di César Manrique ad Haría. © oltreilbalcone
Il Parco Nazionale di Timanfaya
Il paesaggio lunare che ammirerete nel Parque Nacional de Timanfaya è un’esperienza rara, che rimane negli occhi. Tra il 1730 e il 1736 le Montañas del Fuego eruttarono incessantemente, bruciando interi villaggi e ricoprendo la terra di lava solidificata.
Nel Parco avrete occasione di scoprire questo panorama insolito, una bellezza che è frutto di un dramma. Potete scegliere di ammirarlo dal dorso di un cammello oppure in autobus: non è possibile avventurarsi da soli in macchina e, nonostante non ami le escursioni di gruppo, questa merita davvero.
Consiglio: prendete l’autobus per una visita più approfondita del Parco e venite la mattina presto per evitare lunghe code. Il tour dura circa 1 ora e mezza.

Il paesaggio lunare del Parco Naturale di Lanzarote. © oltreilbalcone
Il Giardino dei Cactus
Nel nord di Lanzarote, il Jardín de Cactus è una delle molteplici opere artistiche di Manrique, l’ultima che fece sull’isola. Ospita oltre 1.400 specie provenienti da tutto il mondo, che sfoggiano incredibili fioriture e un ricco ventaglio di sfumature di verde, dalle tonalità argento al mela. Salite sul mulino a vento, che spicca dalla pietra nera, per avere una veduta d’insieme del giardino.
Consiglio: è possibile fare un unico biglietto cumulativo, che – risparmiando – vi permette di visitare anche altri siti, come la Cueva de los Verdes e Los Jameos del Agua. Chiedetelo alla biglietteria del Giardino!

Uno scorcio del Giardino dei Cactus di Lanzarote, opera di Manrique. © oltreilbalcone
Los Jameos del Agua
Il primo Centro d’Arte, Cultura e Turismo creato da Manrique sull’isola è un magnifico esempio di armonia tra Uomo e Natura. In questa originalissima struttura trovate un auditorium ricavato da un tunnel vulcanico, un lussureggiante giardino di palmeti con un lago artificiale popolato da pesci albini e il museo della Casa dei Vulcani, uno dei centri di ricerca più importanti al mondo.

Un’altra spettacolare opera di Manriques, Los Jameos del Agua. © oltreilbalcone
La Cueva de los Verdes
A pochi minuti da Los Jameos del Agua, sempre a nord dell’isola, scendete nelle viscere della terra visitando la Cueva de Los Verdes. Nata dall’eruzione di un vulcano che ha dato vita ad un lungo tunnel, scenderete in profondità sino a 40 metri. Qui sotto si trova anche un suggestivo auditorium. E un segreto, che viene chiesto di non svelare e manterrò la promessa, ma preparatevi a scoprire un vero spettacolo della natura.
Consiglio: al sito è possibile accedere solo tramite visita guidata, ce n’è circa una all’ora (il percorso dura 50 minuti). Se quando arrivate il tour è appena partito, andate prima a visitare Los Jameos del Agua, che si trovano lì vicino.
Il Mirador del Río
Proseguendo a nord, per il tramonto fermatevi in uno dei punti panoramici più intriganti dell’isola. Il Mirador del Río si trova a 475 metri d’altitudine ed è l’ennesima, suggestiva, creazione architettonica di Manrique.
Un edificio appena percepibile dall’esterno, rivestito dalla roccia vulcanica locale, che affaccia sulla scogliera Risco de Famara, l’isola La Graciosa (visitabile, calcolate una mezza aggiornata) e i sette isolotti che la affiancano. Il “Río” è in realtà uno stretto braccio di mare, simile ad un fiume.

La veduta panoramica dal Mirador del Río, dove c’è spesso molto vento (vedi i capelli). © oltreilbalcone
Il paese di Orzola e la Caleta di Famara
Il mare più selvaggio (e affascinante) lo trovate a nord: più da vedere che per immergervisi perché qui spesso le correnti sono pericolose. Fermatevi per pranzo ad Orzola, un pittoresco villaggio di pescatori, dove sul lungomare si susseguono buoni ristoranti di pesce.
Per chi pratica surf, lo spot più bello dell’isola è la Caleta de Famara: oltre 5 chilometri di spiaggia dorata, perennemente battuta dai venti. Anche qui il paese è una vera oasi di pace e merita farsi una passeggiata ammirando il mare.

La spiaggia de la Caleta de Famara, ideale per fare surf. © oltreilbalcone
I vigneti della Gería
A Lanzarote c’è una viticoltura eroica. I vigneti di Malvasia (vinificata anche in secco), Listan e Muscadel crescono da una terra nera come la cenere.
La vallata della Gería è punteggiata da cavità poco profonde, protette dal vento da muretti bassi e semicircolari, ognuna delle quali ospita una (e una soltanto!) pianta di vite. Mi ha ricordato il Piccolo Principe di Saint-Exupéry e le attenzioni che l’ometto aveva per la sua rosa, nel suo piccolissimo asteroide B612. Andate in una delle bodegas locali, dove potete degustare il vino e, se vi va, acquistarlo (difficile trovarlo fuori dalle Canarie).
Consiglio: fate tappa nelle bodegas El Grifo e El Rubicon. Se volete provare un outsider, che fa vini naturali da 5 generazioni usando esclusivamente monovitigni, recatevi da La Querencia. Regalate(vi) uno degli ottimi prodotti locali per il viso e il corpo a base di Malvasia vulcanica: il mio preferito è l’olio Vinoterapia.

I particolari vigneti di Lanzarote. © oltreilbalcone
Il Museo Agricolo El Patio
Vivete un’esperienza bucolica a Tiagua, nel cuore dell’isola. Si trova qui il Museo Agricolo El Patio, una fattoria – le cui parti più antiche risalgono a due secoli fa – che è stata ristrutturata con cura.
Potrete visitare un esempio prezioso di architettura rustica, tipica delle case di un tempo a Lanzarote, con tanto di cantine, patii, forni a legna, taverne, balconi, solai e cisterne per l’acqua. C’è anche un bellissimo mulino a vento, intorno al quale razzolano felici le galline ruspanti della proprietà. Al termine della visita, sedetevi nel bodegon, che ricostruisce una taverna del secolo passato, per degustare formaggi e vini locali.
Consiglio: fatevi raccontare da German, il proprietario della fattoria, come si calmano i cammelli nervosi e l’importanza di questo animale per l’agricoltura. Nell’azienda ve ne sono alcuni esemplari e i bambini (ma anche i grandi, amanti degli animali!) saranno felici di conoscerli.

Il mulino a vento, cimelio storico, e le galline del Museo Agricolo El Patio. © oltreilbalcone
Il Monumento al Campesino
Progettato da César Manrique, il monumento è dedicato ai contadini (campesinos) senza nome, il cui duro lavoro contribuì a creare il paesaggio unico dell’isola. L’installazione è alta 15 metri ed è stata realizzata con materiali di recupero, usando i vecchi contenitori per l’acqua dei pescherecci.
Consiglio: visitate la casa-museo accanto alla scultura, che ospita laboratori dedicati all’antica vita rurale di Lanzarote e fermatevi a pranzo nel ristorante annesso, con i tavolini bianchi e le sedie verde giungla.

Sulla scalinata che conduce al Monumento al Campesino di César Manrique. © oltreilbalcone
La costa sud-ovest di Lanzarote
Vicino al grazioso paesino di mare El Golfo, a sud-ovest di Lanzarote, meritano una visita il Lago Verde, nato un vulcano sottomarino, la cui tonalità smeraldo delle acque è data dalla presenza di alghe e le Salinas de Janubio, una laguna naturale utilizzata per la produzione di sale, usato soprattutto dai pescatori per la conservazione del pesce. Proseguendo verso sud, fermatevi a Los Hervideros per ammirare le suggestive scogliere nere come la pece a strapiombo sull’Oceano.

Le saline di Lanzarote, le più grandi dell’arcipelago canaro. © oltreilbalcone
La capitale
Arrecife è una città piuttosto caotica, come ogni porto. Vi suggerisco di andarci la sera, per vivere la nightlife del grazioso quartiere Charco de San Ginés, una sorta di Navigli milanese in salsa canara. Le casette dei pescatori si affacciano su un laghetto collegato al mare e locali notturni e ristoranti si susseguono senza sosta: scegliete quello che vi intriga di più (nel paragrafo “Lanzarote a tavola”, più in basso nel post, vi svelo il mio preferito).
Dove dormire
Prenotate una camera al Nautilus Lanzarote: io mi sono trovata benissimo! Ad una manciata di chilometri dall’aeroporto, dista 4 minuti a piedi dalla spiaggia ed è una vera oasi di pace, immersa in 1.200 mq di giardini impreziositi da opere d’arte.
Tutti gli appartamenti affacciano sulle due piscine centrali, godibili nei momenti di relax. La struttura dispone di WiFi gratuito (funzionante!), una biblioteca, tavolo da ping-pong, biliardo e un piccolo supermercato aperto sino a sera, che mi è tornato più volte utile. Ma il suo valore aggiunto è un altro: è l’unica struttura interamente accessibile alle persone diversamente abili (inclusa la piscina). Chapeau!
Consiglio: se volete farvi un regalo, chiedete della Suite: tra dehors privato, fontana e sistema di domotica regolabile da smartphone, vi dovrete costringere a uscire.

La piscina, libera da barriere architettoniche, del Nautilus Lanzarote. © oltreilbalcone
Lanzarote a tavola
Sull’isola si mangia bene e ci sono diverse alternative anche per i vegetariani. Tra le varie specialità, le papas arrugadas, piccole patate tipiche delle Canarie cotte nel sale con la buccia e servite con il mojo, due salsine, una piccante e l’altra con prezzemolo, aglio e coriandolo.
Tra i ristoranti, vi consiglio El Caleton, a El Golfo per mangiare ottimo pesce con vista sul mare; El Barquillo, vicino alla Caleta de Famara, un posto buono e spartano, frequentato solo dai locali (pesce freschissimo e ottime croquetas); Sal y Pimienta, nella movida di Puerto del Carmen e Naia, ad Arrecife.
Consiglio: nella capitale, c’è il ristorante più chic dell’isola (consigliatissimo!): Qué Muac. Si trova all’interno del Castillo de San José, restaurato da Manrique ed adibito a galleria di arte moderna. Dopo aver ammirato le opere, sedetevi a tavola, godendovi l’affaccio sul mare regalato dalle ampie vetrate. Dall’acqua vedrete emergere alcune sculture del museo che raffigurano uomini a cavallo. Ordinate il menù degustazione (27 euro per 5 portate di alta cucina) e godetevi il momento romantico!
DRITTE TAKE AWAY
Dove ho dormito
Nautilus Lanzarote, calle Gramillo 5 – Puerto del Carmen
Ristoranti consigliati
§ Qué Muac, av. de Naos – Arrecife
§ El Caleton, av. Maritima – El Golfo
§ El Barquillo, calle Recalmón – La Santa
§ Sal y Pimienta, av. el Varadero – Puerto del Carmen
§ Naia, av. César Manrique 33 – Arrecife
Cantine vinicole da visitare
§ Bodega El Rubicon, Gería
§ Bodega El Grifo, Gería
§ Bodega La Querencia, Gería
Da vedere
§ Fondazione César Manrique, calle Jorge Luis Borges 16 – Tahiche
§ Casa-Museo César Manrique, celle Elvira Sanchez 30 – Haría
§ Giardino dei Cactus, av. Garafia – Guatiza
§ La Cueva de Los Verdes, Arrieta
§ Mirador del Río, Haría
§ Caleta de Famara
§ Parco Nazionale di Timanfaya
§ Museo Agricolo El Patio, calle Echeyde – Teguise
§ Monumento del Campesino, Mozaga
§ Lago Verde e Salinas de Janubio
§ Los Hervideros
SCOPRI ANCHE…
→ La riserva naturale di Cabo de Gata, Spagna dal fascino selvaggio (leggi l’articolo)
→ Boa Vista, incantesimo di sabbia | Capo Verde (leggi l’articolo)

Le ottime papas arrugadas servite nel ristorante El Barquillo. © oltreilbalcone
SalvaSalva
1 Comment
#PLAN per viaggio a LANZAROTE – Unastoriadelmare
Febbraio 12, 2019 at 8:36 am[…] photo by http://oltreilbalcone.com/2018/06/20/lanzarote-cosa-vedere/ […]