Fiore on the road: le palme da datteri, che si incontrano avvicinandosi al Deserto di Viana di Boa Vista.
Sospesa tra cielo e mare, Boa Vista è una scheggia di deserto in mezzo all’Atlantico. Passeggiando per quest’isola di Capo Verde, grande circa 10 volte l’Elba, si ha l’impressione che il tempo non esista. Il fascino di questo luogo è un magnete che catalizza l’attenzione, polverizzando qualsiasi distrazione. Qui, ci si può anche dimenticare di non essere gli unici a popolare il mondo. Sotto un sole che batte implacabile, Boa Vista sfoggia una bellezza essenziale, senza fronzoli. Il colpo di fulmine è immediato. Le coste alternano scogli imponenti a dune di sabbia finissima, che sprofondano nell’Oceano. Nonostante il clima desertico, l’isola vanta un’incredibile varietà di paesaggi e un ventaglio di sfumature che rimane negli occhi. Vi porto con me in questo luogo, dove c’è un’unica grande protagonista: la Natura. I turisti (per ora) sono confinati nei pochi resort presenti ed i viaggiatori possono girovagare indisturbati, alla volta di oltre 50 chilometri di spiagge sabbiose, pressoché disabitate, e scorci dal fascino autentico.
Qualche dritta pratica
Boa Vista è l’isola di Capo Verde con la più bassa densità di popolazione, in rapporto alla grandezza (16mila abitanti, secondo le ultime stime del 2015). Le sue dimensioni, per intenderci, sono circa tre volte la più turistica Sal (leggi qui l’articolo dedicato). Se amate gli spazi sconfinati, i luoghi poco affollati e le bellezze della natura, il mio suggerimento è di fermarvi per almeno tre giorni. Per visitare l’isola con calma e viverla davvero. Precauzioni per l’uso: ve ne innamorerete e vi verrà l’irresistibile tentazione di prolungare il soggiorno. Perché non capita tutti i giorni di ammirare un posto come questo. L’Aristides Pereira è un aeroporto internazionale; l’alternativa è arrivare a Sal e da lì prendere un volo locale (con TACV o Binter): il viaggio dura appena 20 minuti ed il prezzo, per tratta, parte da circa 40 euro. Sul posto, chiedete una guida certificata. È fondamentale, non perché l’isola sia poco sicura – è un luogo tranquillo e gli abitanti sono molto accoglienti -, ma per poter esplorare i suoi angoli più suggestivi, non sempre facilmente raggiungibili o intuibili, se non conoscete il territorio. Personalmente, ho avuto la fortuna di incontrare una guida speciale, che mi sento di consigliarvi. Claudio – Cau Tours – è di Torino, ma vive qui da 15 anni e parla perfettamente portoghese ed inglese (oltre ad essere madrelingua italiano). Con il suo pick-up, vi condurrà alla volta degli scorci più intriganti, all’insegna del rispetto del luogo: con lui scoprirete un’isola nell’isola.

Distese ardite di terra e steppa a Boa Vista. © oltreilbalcone
L’orto ecosostenibile del Paladino della Rucola
“La prima cosa da considerare è che siamo su un’isola” esordisce Claudio, non appena mi siedo sul suo pick-up bianco, che profuma di cannella. Capo Verde è un arcipelago: geograficamente si trova in Africa e Boa Vista, pur essendo la più vicina al continente, dista da questo oltre 500 chilometri. Il Paese è un originale mix di Africa, Europa e Brasile, con un’identità sua, non riconducibile a nessun altro luogo. La mentalità da isolani, l’essere fisicamente lontani da ogni altro posto e comunque separati dal mare, porta gli abitanti a dover collaborare con la terra che li accoglie, sviluppando un profondo e indissolubile legame nei confronti del territorio. Sal Rei, a nord-ovest, è il capoluogo di Boa Vista: una minuscola cittadina portuale non priva di fascino. Dopo aver fatto tappa all’Esplanada, la grande piazza centrale, con un parco giochi colorato, perdetevi nelle stradine interne, con casette colorate, che conducono al porto e alla passeggiata sul lungomare, dove si alternano bar, ideali per l’aperitivo, e qualche negozio di souvenir. L’aeroporto dista appena 6 chilometri ed è situato a Rabil, secondo villaggio dell’isola. Qui si trova una lussureggiante oasi verde con un tripudio di palme ed un pozzo domestico (le precipitazioni sono rare e l’acqua scarseggia ovunque, è quindi un bene prezioso). Il paese ospita un’antica scuola di artigianato, dove vengono creati vasi, statuette ed oggetti vari in terracotta: una graziosa idea se volete fare regali da portare a casa, incentivando le piccole produzioni locali.

Una casetta colorata a Sal Rei. © oltreilbalcone
Ad una manciata di chilometri da Sal Rei, potete fare un’esperienza originale, visitando l’orto ecosostenibile di Montrigo. Un altro Claudio (non la mia guida), originario di Asolo, che vive qui da 15 anni, ha deciso di affrontare una grande sfida: in un’isola arsa dal sole, povera di risorse naturali, in uno spazio di tre ettari e mezzo ha deciso di coltivare la rucola (è l’unico in tutta Capo Verde!), ma anche biete e spinaci, perché nella cucina locale mancano sostanze in grado di apportare ferro. Ma non solo: ci sono piante locali come caffè, aloe, moringa, dove dalla polvere delle foglie si ottiene una farina ottima per la pizza e caju, un frutto buono da mangiare perché dolce, dal quale si ricava un bio olio. Claudio ha risistemato un antico pozzo con un pannello fotovoltaico per essere ecosostenibile e lavora in agricoltura ragionata, con la tecnica goccia a goccia perché l’acqua è un bene troppo prezioso per essere sprecato. Potete fare un bel percorso nell’orto, dove tutte le coltivazioni hanno un pannello illustrativo che, in 4 lingue, racconta il perché si è scelto di coltivare proprio quell’elemento ed il suo apporto nutritivo. Il tour termina con una degustazione nel gazebo, dove a fare ombra ci pensa una pianta di maracuja rampicante. Claudio è aiutato in questo folle e delizioso progetto da quattro uomini, due guineensi e due capoverdiani; a far loro compagnia c’è il gallo Funky (sì, è un fan di Zucchero) e la cagnolina meticcia Lola.

Uno dei fidati collaboratori di Claudio, nel suo progetto Montrigo. © oltreilbalcone
Itinerario tra spiagge e natura selvaggia
Appena fuori dal villaggio di Sal Rei, sulla costa ovest, comincia Praia Estoril – dove si concentrano i pochi resort -, che proseguendo in direzione sud si trasforma in Praia da Chaves, ideale per praticare windsurf e kitesurf. Qui potete camminare per chilometri tra mare e dune costiere, senza incontrare nessuno. Da queste parti, il Sahara ha allungato una mano per conquistare l’Oceano. La sabbia finissima è arrivata sin qui dalla congiuntura dei venti, gli Alisei e l’Harmattan, che ha riempito l’isola di soffici dune. Dimenticatevi il telefono e correte, rotolate e lasciatevi cadere tra queste morbide colline dorate.

La spiaggia di dune Chaves. © oltreilbalcone
Proseguendo verso sud, sul versante ovest, nella Riserva Naturale di Morro de Areia si passa dalla sabbia agli speroni rocciosi, contro i quali si infrangono le onde. Da queste parti, il mare è spesso arrabbiato. Per gli appassionati di birdwatching, si possono ammirare molteplici esemplari di uccelli, dall’albatro (uno dei volatili più grandi al mondo) all’airone rosso. Sull’isola sono state costruite una decina di casette per pennuti, per favorire la presenza del falco pescatore che, dal temperamento timido, predilige strategicamente ‘andare a fare la spesa’ intorno a mezzogiorno, quando i pesci sono accecati dalla luce del sole che riflette sul mare.

La costa rocciosa di Morro de Areia. © oltreilbalcone
Morro de Areia piace anche alle tartarughe, che si riproducono da agosto a novembre: in questo periodo, in tutte le spiagge è vietato entrare con mezzi motorizzati. Ben 5 specie frequentano abitualmente l’isola, inclusa la mia preferita, la green turtle, che è vegetariana.

Un cartello avvisa della presenza delle tartarughe. © oltreilbalcone
Il paesaggio cambia profondamente a seconda delle stagioni: se in autunno domina il verde, a fine inverno in alcuni punti ricorda le brughiere della Bretagna francese. Qui e là ci si imbatte in alberelli di bombardera (nome scientifico calotropis procera), con fiori violetti, il cui frutto produce un liquido simile al latte, ma non commestibile, piante di dattero, tamarindo, baobab e bei fiori gialli, il tabacco di Gon Gon (cistanche tubulosa), graziosi, ma infestanti.

Tête-à-tête con una pianta di bombardera. © oltreilbalcone
Ancora più a sud, c’è la spiaggia Varandinha, forse la mia preferita. È delimitata da enormi rocce scolpite dalle onde e dal vento, dove fanno il nido i fetonti beccorosso, eleganti uccelli acquatici che, durante il periodo riproduttivo, si esibiscono in spettacolari evoluzioni di corteggiamento. La stagione ideale per ammirarli va da gennaio ad aprile.

La spiaggia Varandinha. © oltreilbalcone
La spiaggia cult di Boa Vista
Proseguendo, incontrate la spiaggia più famosa dell’isola, Praia de Curralinho, ribattezzata Santa Monica per la sua somiglianza a quella degli Stati Uniti (ma l’omonima di Capo Verde è molto più bella!). Qui, la sensazione da ‘ultima spiaggia’ è immediata: per 18 chilometri ci sono solo sabbia, onde e luce. Nessun ombrellone e rare persone. Un autentico paradiso, solitario e suggestivo. È un giardino botanico naturale, alimentato dall’acqua del mare, di un brillante verde smeraldo.

Scorcio della chilometrica spiaggia di Santa Monica. © oltreilbalcone
Risalendo verso nord, nell’entroterra, scoprite il Deserto di Viana, un paesaggio lunare formato da spettacolari dune di sabbia, intervallate da rocce vulcaniche e qualche palma da datteri. Regna un silenzio assoluto e sembra di essere in una gigantesca vaschetta di gelato alla crema. Visitatelo al tramonto, quando le ombre si allungano e si crea un suggestivo arcobaleno di sfumature. Sprofondare i piedi nella sabbia ancora calda è una piacevole sensazione. Non ci sono serpenti o animali pericolosi: vivetevi l’esperienza senza preoccupazioni!

Le dune del Deserto di Viana. © oltreilbalcone
Borghi da scoprire: Bofareira e Povoação Velha
Non lasciate l’isola senza aver visitato questi due minuscoli paesini affascinanti. Non c’è nulla, eppure c’è tutto. Uno si trova a sud, Povoação Velha, l’altro a nord, Bofareira. Quest’ultimo ha ancora un generatore elettrico ed ospita poco più di un centinaio di persone, che conducono una vita tranquilla. È un grazioso agglomerato di casette colorate: albicocca, viola, verde menta e azzurro polvere. Fermatevi a scambiare due parole con gli abitanti del posto ed assaporate la serenità che si respira nell’aria.

Un oleandro davanti ad una casa verde menta, a Bofareira. © oltreilbalcone
A sud, alle spalle della spiaggia di Santa Monica, c’è Povoação Velha, l’insediamento urbano più antico dell’isola, nato grazie alla vicinanza di una sorgente. Da Praia de Curralinho, si può scorgere la graziosa cappella del paese. Non fate l’errore che fanno in molti, attraversare il paese senza neanche fare una sosta. È un luogo dal fascino autentico, dove sembra che il tempo si sia fermato. Sedetevi per pranzo nel delizioso ristorantino e bar Fon’Banana, con un romantico dehors tutto dipinto di bianco, con centrini di pizzo sui tavoli ed il tetto in paglia e bambù. La proprietaria Fausta Brito – capoverdiana, emigrata in Francia per 30 anni, per poi tornare in patria – ha rilevato il luogo dalla sorella ed è una donna di rara eleganza, che mi accoglie con un sorriso senza riserve ed un vestito leggerissimo giallo cedro, fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Nessun problema ad avere un piatto vegetariano, con verdure ed un’insalata fresca, con una squisita spolverata di pepe. Là, seduta a quel tavolo, con una lieve brezza che rende il sole di mezzogiorno godibile, mi sono sentita felice. Con semplicità. Ed è lì che torno quando penso a qualcosa di veramente bello.

Il grazioso dehors del ristorante Fon’Banana. © oltreilbalcone
Dove dormire a Boa Vista
Per assaporare una notte magica, spingetevi a nord, sino a Spinguera, un antico villaggio di pescatori, abbandonato negli anni ’70 ed ora ricostruito per proteggerne la memoria e trasformato in un incantevole ecolodge, nel rispetto della luce e dei colori dell’isola. Per raggiungerlo, non ci sono strade asfaltate ed il taxi vi chiederà l’equivalente di 30 euro, ma ne vale davvero la pena. Isolato, non è certo una località turistica: si affaccia a 180 gradi sull’Oceano, in un’oasi di pace dove il silenzio è rotto solo dal fragore del mare e dalle melodie del vento. Le camere sono bianco latte, la cena romantica e la colazione squisita. Intorno, nel raggio di almeno 30 chilometri, non vi è alcuna costruzione umana.

Veduta da Spinguera. © oltreilbalcone
Un’alternativa meno isolata sono gli appartamenti, graziosi e pulitissimi, Por do Sol, a 500 metri da Sal Rei (per periodi brevi, possibilità di sistemazione anche in bed and breakfast). È come avere una propria casetta a Boa Vista, con piscina, un bel giardino comune e la spiaggia dall’altra parte della strada – Praia de Cabral -, che ogni anno ad agosto ospita un festival musicale di due giorni, con i più grandi artisti capoverdiani. Ogni sera, ammirare il sole che scompare nel mare è uno spettacolo che vale il viaggio.
DRITTE TAKE AWAY
Dove ho dormito
Spinguera, ecolodge
Altra sistemazione consigliata
Por do Sol, appartamenti vista mare
Guida suggerita
Cau Tours, in lingua italiana
Ristorante da non perdere
Fon’Banana, a Povoação Velha
Spiagge che valgono il viaggio
§ Praia da Chaves
§ Praia da Varandinha
§ Praia de Curralinho (Santa Monica)
Esperienze insolite
§ Montrigo, orto ecosostenibile
§ Deserto di Viana
Borghi da visitare
§ Bofareira
§ Povoação Velha
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2 Comments
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