Fiore on the road: l’agave messicana (pita), da cui si ricava il famoso distillato mescál.
Sarò onesta. Sino a pochi mesi fa non avevo mai sentito parlare della Riserva Naturale di Cabo de Gata. Da qualche tempo, ogni anno – tra la primavera e l’estate – mi regalo un viaggio in Spagna, per premiarmi dell’impegno che mi porta a frequentare un corso di spagnolo ogni martedì, a Milano. Mi è stata suggerita questa meta green da una persona di fiducia ed il solo fatto di conoscerla così poco mi ha spinto a scoprirla. Ne è valsa la pena! Cabo de Gata – nel sud della Spagna, in Andalusia, nella provincia di Almería – è un paradiso naturale perfettamente preservato e costituisce la riserva protetta con maggiore estensione del Mediterraneo. Vi racconto il mio itinerario, alla volta di alcune delle spiagge più belle e incontaminate del Paese, tra promontori imponenti, suggestivi sentieri naturalistici e alcuni minuscoli borghi con casette bianche, dal fascino autentico. Anche Sergio Leone si innamorò di questi paesaggi, che richiamano in alcuni punti i deserti della Bassa California, e li scelse come set per due film cult con Clint Eastwood!

Il sentiero di agavi messicane che collega i villaggi di Los Albaricoques e Rodalquilar. © oltreilbalcone
Itinerario lungo la costa
Lasciandovi alla spalle la città di Almería e proseguendo lungo la costa in direzione Est, dopo appena 20 minuti di macchina entrate nella Riserva Naturale di Cabo de Gata (potete mettere nel navigatore il centro balneare Retamar che, anche se non ha nulla di speciale, è il primo che incontrate lungo il tragitto). Il Centro Visitatori si trova qualche chilometro più in là, tra agavi giganti ed un intenso profumo di liquirizia: fermatevi qui per prendere una cartina dettagliata del Parco e scoprire l’inconsueta ricchezza di flora e fauna, nonostante il clima semi-arido di questo territorio. La Riserva registra la minore intensità di precipitazioni di tutta Europa; considerate he nei mesi estivi è molto assolata (… ma per fortuna c’è un mare incantevole dove rinfrescarsi!). L’itinerario che vi propongo lungo la costa va da ovest ad est ed alterna spiagge suggestive a ripide scogliere (naturalmente potete farlo anche all’incontrario, se arrivate da Valencia).

Distesa di agavi, Cabo de Gata. © oltreilbalcone
Tra saline e fenicotteri
Proseguendo lungo la strada, costeggiata da canneti, piante spinose ed innumerevoli cardi marini, incontrate le saline: lagune brillanti pennellate di rosa, grazie alla nutrita popolazione di fenicotteri. Se siete appassionati di birdwatching, c’è un suggestivo sentiero di 11 chilometri, con apposite postazioni, per scoprire le numerose specie ornitologiche che vivono o fanno tappa nella riserva (munitevi di binocolo!). Accanto alle saline sorge la lunga spiaggia di San Miguel: non è tra le più belle, ma se avete voglia di fare un tuffo, il mare è pulitissimo. Sulla sabbia si erge un torrione del XVIII secolo, utilizzato ai tempi come torre di vedetta militare.

Un pannello illustrativo nelle saline. © oltreilbalcone
Il faro e le spiagge più belle di Cabo de Gata
Superati i minuscoli paesini di pescatori La Almadraba de Monteleva e La Fabriquilla, ci sono le spettacolari scogliere Las Sirenas, di origine vulcanica, che conducono sino al faro di Cabo de Gata. Una deviazione, all’altezza del Café Bar El Faro, conduce su una strada sterrata (ma percorribile anche senza fuoristrada), sino alla Torre Vigía Vela Bianca, da cui si gode una splendida veduta panoramica. Da qui in poi non potete proseguire in macchina: a piedi un (lungo) sentiero porta ad una delle spiagge più belle, raggiungibile anche in auto, tornando indietro e dirigendovi a San José. Questo è il paese più turistico della Riserva, ma fuori stagione è pressoché deserto, salvo i week-end. Da qui si possono raggiungere, in una manciata di chilometri, due incantevoli spiagge: Playa de los Genoveses e Playa de Mónsul. La prima è una mezzaluna, lambita da acque poco profonde, dove una flotta genovese trovò riparo nel XII secolo.

Veduta dall’alto della spiaggia Los Genoveses. © oltreilbalcone
Pochi chilometri più avanti c’è Playa de Mónsul, delimitata ai suoi estremi da una spettacolare duna di sabbia, da un lato, e da una gigante roccia a forma di onda, dall’altro. La spiaggia è stata utilizzata come scenario per le riprese dell’ultimo film della serie di Indiana Jones (“Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo“).

Playa de Mónsul, vista dalla duna di sabbia che la delimita da un lato. © oltreilbalcone
Spiagge dog-friendly
Playa de los Genoveses e Playa de Mónsul sono collegate tra loro anche da un bel sentiero pedonale, non impegnativo (durata: 1 ora e mezza), che inizia all’altezza di un suggestivo mulino a vento, utilizzato anticamente per la produzione della farina. Da sapere: in entrambe le spiagge, i cani sono ammessi! C’è posto per tutti, insomma: gli spazi sono molto ampi e troverete con grande facilità un posticino tutto vostro dove trascorrere la giornata. Da queste parti si usa spesso il topless, se amate prendere il sole senza reggiseno, non sarete le uniche a farlo. Considerate che, trovandovi in una riserva, non ci sono attività commerciali (baretti, chioschi o simili) nei pressi delle spiagge: munitevi prima di arrivare di acqua e tutto il necessario per fare un picnic.

Il mulino a vento che segna l’inizio del sentiero. © oltreilbalcone
Le spiagge orientali di Cabo de Gata
Proseguendo verso est, raggiungete Los Escullos, un paesino composto da pochissime case, che danno su una piccola spiaggia, alle cui spalle sorge un forte del Settecento. Da qui, parte un breve sentiero che in meno di un’ora porta a La Isleta del Moro, caratteristico borgo di pescatori che merita una sosta per pranzo o cena. Nel villaggio si pratica ancora un tipo di “pesca artigianale”, con piccole imbarcazioni ed il pesce nei 3 o 4 ristoranti della zona è sempre freschissimo!

La spiaggetta di La Isleta del Moro, sotto un insolito cielo plumbeo. © oltreilbalcone
Dopo La Isleta del Moro, la strada si allontana dalla costa, che in questo tratto diventa rocciosa (e non meno suggestiva!). Passando dall’entroterra, in 15 minuti di macchina potete raggiungere la spiaggia Playazo, con sabbia dorata, alle cui spalle si erge una distesa di palme alte e nane, che dà l’impressione di essere giunti improvvisamente in un angolo del Marocco.

La spiaggia Playazo. © oltreilbalcone
I villaggi di Las Negras e Agua Amarga
Proseguendo lungo la strada, fermatevi a Las Negras per un aperitivo. Il paesino, che ha anche una graziosa spiaggia di ciottoli, vanta alcuni ristoranti, bar e locali vista mare. Cabo de Gata non è certo un luogo di movida ruggente, ma tra tutti, questo villaggio è uno dei più vivaci e, nel tardo pomeriggio, potrebbe anche capitarvi di bere una birra davanti ad un concertino dal vivo sul lungomare. Riprendendo la macchina, in pochi minuti, raggiungete Agua Amarga, delizioso borgo, elegante senza essere snob, dove le casette bianche sono ricoperte da un tripudio di bouganville fucsia in fiore. Passeggiando tra i vicoli, perdetevi ad ammirare le abitazioni impreziosite da una lussureggiante vegetazione, dove primeggiano maestosi alberi di ficus e cactus giganti. La piazzetta principale sfoggia una lunghissima panchina ricoperta da azulejos bianchi e azzurri; mentre, affacciati sulla spiaggia, si alternano ottimi ristoranti che meritano una sosta.

Uno scorcio del grazioso borgo bianco Agua Amarga. © oltreilbalcone
Playa de los Muertos
Riprendendo la macchina, in 5 minuti raggiungete la spettacolare Playa de Los Muertos. Lasciate l’auto nel parcheggio (gratuito) ed avventuratevi a piedi in un breve, ma ripido sentiero, che conduce alla volta di questa incantevole ed ampia spiaggia di ghiaia chiara, cinta da due capi rocciosi. L’acqua è cristallina: impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi in mare! Se avete voglia di fare una passeggiata (15 minuti circa), c’è un bel punto panoramico, con pannello illustrativo che spiega l’origine del nome (non certo invitante). Un tempo, complici le correnti, in questa zona era frequente avvistare i naufraghi, trasportati sin qui dal mare: venne così chiamata “Spiaggia dei Morti”. Ammirando il panorama oggi, la sensazione è tutt’altro che spettrale, da queste parti la natura dà il meglio di sé. È rincuorante sapere che vi sono ancora posti così, di una bellezza selvaggia, che l’uomo non ha distrutto. Ricordatevi di portare con voi acqua e tutto il necessario per fare un pranzo o uno spuntino: anche qui non ci sono né bar né ristoranti (ed è un bene che sia così).

Playa de Los Muertos. © oltreilbalcone
I borghi da scoprire nell’entroterra: Níjar
Allontanandovi dal mare, la Riserva Naturale di Cabo de Gata mantiene alto il tasso di meraviglia. Nonostante i quasi 10 mesi di siccità l’anno, la flora è variegata. Meravigliosi gli esemplari di fichi d’india e cactus che costellano il paesaggio. Níjar è il centro abitato più importante, nonché il più distante dalla costa: si raggiunge in 40 minuti di macchina. È un borgo di origine araba, che risale al XIII secolo, composto da case basse, bianche e cubiche, impreziosite dai vasi di ceramica locale colorata, appesi sui muri.

Uno scorcio di Níjar. © oltreilbalcone
Salite a piedi sino al punto panoramico per avere una bella visione d’insieme di questa cittadina dalle vie strette e affusolate, dove gli edifici hanno porte e finestre incorniciate da pennellate di azzurro e ocra, mentre i tetti sono spesso rossi. Passeggiando tra i vicoli – tra piante di buganville e sedie colorate in paglia, dove gli abitanti del luogo si siedono per chiacchierare – vi imbatterete in gallerie d’arte e botteghe di ceramica (ne sono rimaste 4), attività artigianale tradizionale, eccellenza del territorio.

Vasi di ceramica con i colori tradizionali, appesi ovunque sui muri di Níjar. © oltreilbalcone
Da La Cueva de La Golondrina, Dolores sarà felice di illustrarvi tutti i segreti del mestiere. I colori tipici delle ceramiche sono legati alle materie prime di cui è ricca questa zona: il blu rappresenta il potassio; il bianco il magnesio; il marrone il ferro ed il giallo il rame. La boutique espone le creazioni di quattro artiste diverse, difficile uscire senza comprare qualcosa. Se avete tempo, potete visitare il Museo dell’Acqua, che educa all’importanza di questo elemento in una zona arida come Cabo de Gata ed insegna ad evitare gli sprechi.

Il laboratorio di ceramica La Cueva de La Golondrina, con Dolores. © oltreilbalcone
Los Albaricoques
Tappa imperdibile è anche il minuscolo villaggio Los Albaricoques, meta cult per gli appassionati di spaghetti western. Sergio Leone girò qui diverse scene di “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più“, entrambi con Clint Eastwood (dove il paese compare con il nome fittizio di Agua Caliente). Ma Leone non fu il solo regista a girare qui: Los Albaricoques fece da scenografia ad una ventina di film western, vedendo l’alternarsi di registi quali Damiano Damiani e John Guillermin. I veri abitanti comparvero in numerose scene, che oggi fanno parte della memoria collettiva della cinematografia internazionale.

Scorcio di Los Albaricoques oggi, che compare nel film “Per qualche dollaro in più”. © oltreilbalcone
Pannelli illustrativi raccontano con precisione le varie scene dei film ed alcune vie sono dedicate ai grandi registi passati da qui. Se in alcuni punti del paese le case nuove hanno sostituito gli scenari che ai tempi ispirarono Leone & company, altri scorci sono rimasti pressoché identici. Trovarsi sul set di grandi capolavori western del passato è un’esperienza emozionante.

Una via di Los Albaricoques dedicata a Clint Eastwood. © oltreilbalcone
Da Los Albaricoques parte una suggestiva strada sterrata (percorribile facilmente in macchina) che, tra albicocchi, papaveri, margherite giganti e distese di fiori gialli, porta al villaggio di Rodalquilar. Lungo il percorso si incontrano coltivazioni di cereali e cavolfiori, con greggi di pecore che danno una mano ai contadini, rosicchiando le erbacce. Spettacolari i numerosi esemplari di agavi messicane in fiore, i cui steli assomigliano a degli asparagi giganti: sono le pitas, dal cui succo fermentato si ricava il mescál, un distillato.

Coltivazione di cavoli, pecore e margherite. © oltreilbalcone
In questo bucolico panorama, si trova il Cortijo de los Frailes, una tradizionale azienda agricola andalusa dove visse la protagonista di un fatto di cronaca nera, che ispirò Federico García Lorca nella stesura di una delle sue opere più importanti, “Bodas de sangre” (Nozze di Sangue).

L’azienda andalusa dove si consumò la tragedia che ispirò Lorca. © oltreilbalcone
Il paese di Rodalquilar
Poco prima di arrivare a Rodalquilar, percorrete il sentiero che facevano i minatori, tra gole spettacolari, con le rocce che cambiano colore, a seconda della luce del sole, come in un caleidoscopio. Il paese è dominato dall’imponente miniera dove un tempo si estraeva l’oro. Oggi il villaggio è tranquillo ed elegante, costellato da scenografici alberi di jacaranda e palme. All’ingresso della città, le vecchie case dei minatori, ormai fatiscenti, sono diventate una galleria en plein air: passeggiate tra i murales realizzati da diversi artisti, che fanno parte del progetto RodalquilArte. Merita una visita il Giardino Botanico El Abardinal (aperto dalle ore 9 alle 14, ingresso gratuito), dove si può ammirare la ricchezza della flora nella riserva. Meravigliosi i cactus in fiore ed i melograni giganti.

L’ingresso al villaggio di Rodalquilar. © oltreilbalcone
Dormire e mangiare a Níjar
Nell’entroterra, concedetevi una notte nella casa rural Cortijo La Alberca, a Níjar, per dormire nelle tradizionali casette bianche e cubiche – ognuna con delizioso dehors privato annesso -, circondati dalla natura e con un panorama mozzafiato su Cabo de Gata. Il complesso, che comprende anche una piscina, rispetta tutti i principi della sostenibilità ambientale e le abitazioni dispongono di riscaldamento ad energia solare. Incantevole la colazione preparata da Celeste – figlia del proprietario ed oste perfetta -, che ha appena aperto un gustoso ristorante in città, La Mandila. Qui mangerete buone tapas: uovo fritto con peperoni e patate, melanzane e cipolle, formaggio di capra, involtini di zucchine e carne e le immancabili patatas bravas.
Dormire e mangiare sul mare
Lungo la costa, due posti strategici e graziosi dove dormire a prezzi democratici sono il Cortijo El Sotillo, all’ingresso di San José e il Cortijo El Paraiso, ancora più suggestivo ed economico (circa 70 euro la doppia). San José ha un’ampia offerta di ristoranti, ma sono prevalentemente turistici. Si trova però qui l’unico vegetariano di Cabo de Gata, El Jardín, con alternative per vegani e celiaci. Pesce freschissimo nel ristorante La Ola, nel borgo di pescatori La Isleta del Moro, che propone un’indimenticabile paella (anche in versione veggie) e da El Parque, dove a pranzo c’è un menù a prezzo fisso (20 euro). Da Costamarga, ad Agua Amarga, si mangia vista mare ed i piatti sono deliziosi, con una buona scelta di verdure: asparagi alla griglia, carciofi fritti e pomodori raf, eccellenza del territorio. Anche la location del Restaurante La Sal è intrigante ed il servizio cortese, ma il posto ha velleità chic e il conto è troppo salato; ottimo il vino e intrigante la proposta vegetariana orientaleggiante a base di riso e verdure, cotte nella padella wok.
DRITTE TAKE AWAY
Dove ho dormito
Cortijo La Alberca, Níjar
Cortijo El Sotillo, San José
Cortijo El Paraiso, Los Escullos
Ristorante consigliati
§ La Mandila, Níjar
§ La Ola, La Isleta del Moro
§ El Parque, Salinas de Cabo de Gata
§ Costamarga, Agua Amarga
Spiagge che valgono il viaggio
§ Playa de los Genoveses
§ Playa de Mónsul
§ Playazo
§ Playa de Los Muertos
Borghi da visitare
§ La Isleta del Moro (sul mare)
§ Agua Amarga (sul mare)
§ Níjar (nell’entroterra)
§ Los Albaricoques (nell’entroterra)
§ Rodalquilar (nell’entroterra)
ALTRE METE DA NON PERDERE IN ANDALUSIA
→ Deserto di Tabernas (leggi l’articolo)
→ Almeria (leggi l’articolo)
→ Malaga (leggi l’articolo)
→ Granada (leggi l’articolo)
→ Siviglia (leggi l’articolo)

La piscina e il dehors dove si fa colazione ne il Cortijo La Alberca, a Níjar. © oltreilbalcone
3 Comments
rossana
Maggio 18, 2017 at 11:14 amSono davvero posti splendidi dove fa sempre piacere ritornare.
Corinna Agostoni
Maggio 19, 2017 at 11:42 amHai ragione, Rossana! Tornerei subito, è un bel posto, dove la serenità è a portata di mano.
Deserto di Tabernas, il Far West è in Spagna | oltreilbalcone
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