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Napoli insolita, 6 esperienze da vivere

Napoli insolita

Fiore on the road: il garofano rosso, che la musa del poeta Di Girolamo metteva tutte le mattine alla finestra della sua casa a Marechiaro, Napoli.

Dovunque sono andato nel mondo, ho visto che c’era bisogno di un po’ di Napoli” (Luciano De Crescenzo).
Vi suggerisco 6 mete insolite, per ammirare la città da nuove angolazioni. Mancavo dal capoluogo campano da troppo tempo. L’ho ritrovato con grande gioia, sempre di una bellezza struggente. Fatta di contrasti, di vicoli da scoprire, di eleganti case dal fascino decadente, di sorrisi accoglienti, di panni stesi, di mattine al bar a conversare amabilmente (una chiacchiera qui non la rifiuta nessuno), di pizze fritte e di muri dipinti, capaci di raccontare una città vibrante. Che si lamenta, perché è vero che alcune cose non funzionano come dovrebbero, ma sa dare tanto. Napoli va vissuta, sorseggiata come un buon vino, ammirata da più prospettive. Al netto dei siti classici da visitare – dalla cappella Sansevero a piazza del Plebiscito – c’è un’altra città che merita di essere scoperta, fatta di cunicoli sotterranei, riserve marine protette, punti panoramici speciali e itinerari di street art nel cuore del centro storico.

Il rapporto che si instaura con Napoli è viscerale, il suo fascino lo si percepisce per strada: è l’atmosfera che si respira, sono gli scorci suggestivi che offre, le persone che si incontrano, sempre pronte a dare un consiglio, un aiuto, un pensiero. È un luogo che accoglie e verso il quale ci si sente riconoscenti. Perché c’è una sorta di saggezza locale, coinvolgente, che rimette al proprio posto le priorità della vita: stare con le persone amate, mangiare (e bere!) bene, evitare la fretta perché i momenti vanno assaporati. In questo post trovate alcune prospettive originali della città e alcune esperienze che vi suggerisco di provare.

1. Colazione con vista

Per iniziare la giornata riempiendovi gli occhi di bellezza, andate al Grand Hotel Parker’s, uno storico albergo di lusso del capoluogo campano. La struttura vanta una bellissima terrazza, impreziosita da oleandri, da cui si gode una delle più suggestive vedute sulla cittàUn’idea sfiziosa è venire quassù per fare colazione: il servizio, attivo dalle 7 alle 11, è accessibile anche ai non residenti dell’albergo, ad un prezzo abbordabile. Una coccola di prima mattina è un buon modo per iniziare la giornata. Oltre alla vista panoramica, Napoli si gusta anche nel piatto. All’appello non manca nulla: dalle ricottine fresche alle croccanti sfogliatelle. E ancora: spremuta fresca, cabaret pantagruelico di croissant, insalate, uovo con bacon… Se poi decidete di viziarvi anche la sera, potete bere un drink ammirando le stelle, grazie ai telescopi messi a disposizione degli ospiti per scrutare il cielo da vicino.

Napoli, La terrazza con vista del Grand Hotel Parker's

La terrazza con vista del Grand Hotel Parker’s di Napoli. © oltreilbalcone

 

2. Napoli dal mare con il kayak 

Una prospettiva diversa per assaporare la città è il mare. Prendete l’autobus 140 (vi diranno che i tempi di attesa sono lunghi, ma non fatevi scoraggiare) e godetevi i tornanti di via Posillipo, che s’inerpica sul lato meridionale dell’omonima collina, offrendo panorami intriganti. Sulla strada, tra bouganvillee e plumbaghi, si affacciano eleganti palazzi dal fascino decadente. All’altezza del Lido Rocce Verdi, scendete verso il mare, calcolando almeno 15 minuti di passeggiata (capita spesso che gli avventori in macchina diano gentilmente un passaggio: un regalo prezioso, soprattutto in estate). Conoscerete Giovanni, Alessandro e Francesco che hanno dato vita al progetto: due volte al giorno (alle 10 e alle 17) organizzano avvincenti escursioni di circa 3 ore in kayak, per avvicinarsi a luoghi altrimenti irraggiungibili.

Il borgo Marechiaro visto dal mare.

Il borgo Marechiaro visto dal mare. © oltreilbalcone

Dal mare, lontani dal caos cittadino, potete contemplare le grotte nel tufo giallo e le ville neoclassiche; ammirare le rovine romane, entrando addirittura all’interno di un ninfeo (sì, in kayak!) di oltre 2.000 anni fa, purtroppo abbandonato a se stesso; scoprire l’antico borgo di Marechiaro e le poesie di Giacomo Di Girolamo. L’artista dedicò i suoi versi ad una fanciulla affacciata ad una finestra adornata con garofani rossi e, da allora, ogni giorno, gli abitanti del paese fanno in modo che quei fiori non manchino mai su quella finestra. Tra storia e cultura, c’è anche il tempo per tuffarsi in mare ed ammirare i fondali con la maschera. Nuotare tra le acque della Riserva Marina del Parco Sommerso di Gaiola, dove l’accesso è vietato alle barche a motore, e nella Baia di Trentaremi, testimonianza dell’intensa attività vulcanica che ha forgiato questa costa, è una grande emozione. Tornati a riva, se vi è venuta fame, andate al Pruneto per una buona pizza con pomodorini freschi e fior di latte.

La pizza del Pruneto.

La pizza del Pruneto. © oltreilbalcone

3. La Napoli sotterranea

Dopo aver ammirato la città dall’acqua, tornate con i piedi per terra, anzi sotto terra: c’è una Napoli insolita da scoprire. La Galleria Borbonica permette di ammirare un’insolita Napoli sotterranea, con diversi percorsi, più o meno avventurosi. Il merito è dell’Associazione Culturale Borbonica Sotterranea, che ha ripulito le cavità dai detriti accumulati nel tempo (per farlo, ci sono voluti ben 7 anni di duro lavoro!). Nel 1853 fu Ferdinando II ad incaricare un architetto di progettare un viadotto sotterraneo come via strategica militare; successivamente venne utilizzato come rifugio durante la Guerra Mondiale e, a seguire, come Deposito Giudiziario Comunale. Finché un folle progetto, in occasione dei Mondiali – siamo ai tempi di Italia ’90 – previde di scavare un tunnel che doveva condurre sino allo stadio San Paolo. Con una ruspa furono spazzati via anni di storia e distrutte alcune parti della Galleria Borbonica, ma fortunatamente l’impresa non fu mai completata. L’associazione ha recuperato il salvabile e creato degli itinerari per permettere a tutti di esplorare queste meraviglie sotterranee. Potete scegliere tra 4 percorsi, tra cui quello “Avventura“: con elmetto e torcia si parte alla scoperta di stretti cunicoli, tra cisterne del ‘500 e del ‘600, antichi ponti, archi, storici acquedotti, macchine e moto d’epoca (resti di sfratti e sequestri), sino a navigare con una zattera su una falda acquifera.

@GalleriaBorbonica

Un percorso da compiere con la zattera nella ©GalleriaBorbonica.

 

4. LA STREET ART DEL CENTRO STORICO

Da Atene a Bruxelles, ho avuto modo di apprezzare murales che colorano e raccontano le città. Napoli non è da meno. Nel cuore del centro storico, tra una chiesa e l’altra, non perdetevi i graffiti che impreziosiscono i muri. Molto spesso, sono gli inquilini stessi delle case a chiedere ai giovani artisti locali di dare una nuova veste alle loro abitazioni, che diventano così un interessante crocevia tra antiche tradizioni e nuovi sguardi.

Una delle opere di street art del centro storico di Napoli.

Una delle opere di street art del centro storico di Napoli. © oltreilbalcone

 

Tra le firme più frequenti, il duo Cyop & Kaf: nei Quartieri Spagnoli si possono contare oltre 200 opere realizzate da loro [trovate il link della mappa delle loro opere in fondo al post, nelle Dritte Take Away]. Da non perdere: la Madonna con la Pistola di Bansky in piazza Girolamini, accanto all’omonima chiesa (già che ci siete fermatevi ad assaporare la rinomata pizza fritta Dal Presidente) e il dipinto di San Gennaro di Jorit, un artista che è solito scegliere gente comune per dare il volto ai santi. In quest’opera è raffigurato il protettore di Napoli con il viso di un operaio della città, come a santificare le persone del popolo. Tra i grandi meriti di questo murales c’è quello di portare i turisti ad attraversare la zona di Forcella, ricordata solo per le faide della camorra.

Il murales gigantesco di San Gennaro, dello street artist Jorit.

Il murales gigantesco di San Gennaro, dello street artist Jorit. © oltreilbalcone

 

5. La Chiesa delle Anime Pezzentelle

Anche chiamata – sebbene sia un po’ più lungo – Chiesa Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, vanta un’originale architettura, strutturata sin dalla sua concezione, su due livelli e racconta un culto tipico napoletano, che sfiora il profano (la chiesa è però sempre stata riconosciuta dalla religione cattolica). La parte inferiore della struttura – scarna e umile – venne in passato utilizzata come fossa comune, per seppellire i poveri e le persone colpite dalla peste, tutti coloro che fecero una “mala morte“, soli ed indigenti. Si riempì presto di teschi e ossa e nacque tra la popolazione l’usanza di adottare ciascuno una di queste anime “pezzentelle, così sfortunate nella vita. I napoletani iniziarono a pregare per loro, affinché dal purgatorio (la chiesa inferiore), potessero presto salire nel paradiso, rappresentato simbolicamente dalla parte superiore dell’edificio, caratterizzato da fasti barocchi. Ed una volta ascesa in cielo, l’anima sarebbe rimasta amica, vegliando sulla vita della persona che tanto l’aveva accudita. Ancora oggi, signori di una certa età hanno la tessera del credente, che permette loro di scendere nella chiesa bassa e pregare per la proria anima pezzentella. Fate una visita guidata, dura circa mezz’ora.

La parte superiore della Chiesa delle Anime Pezzentelle.

La parte superiore della Chiesa delle Anime Pezzentelle. © oltreilbalcone

6. La metropolitana di Napoli 

La linea 1 della metropolitana di Napoli vanta importanti riconoscimenti internazionali, tra cui quello ottenuto a Londra come “Most Innovative Approach to Station Development” (erano più di 300 i concorrenti). Scendete ad ogni fermata per scoprire le sue “stazioni dell’arte“, vere e proprie gallerie di arte contemporanea. Tra tutte, la stazione di Toledo è stata eletta come la più bella d’Europa dalla CNN e dal The Daily Telegraph. È un acquario senz’acqua: impreziosita da mosaici e rivestita da piastrelle prima ocra, in riferimento al tufo, e poi blu, a cura del regista e artista texano Bob Wilson. Scendendo dalle scale mobili si ha l’impressione di entrare nel mare, le luci sono disposte scenograficamente e ricordano le onde, mentre un grande pilastro decorato sembra lo zampillo di una fontana.

La fermata Toledo della metropolitana di Napoli.

La fermata Toledo della metropolitana di Napoli. © oltreilbalcone

 

Se tutto questo girare vi mette fame, dopo un poetico aperitivo a Castel dell’Ovo – il più antico della città -, percorrete il lungomare Caracciolo e, in fondo, all’inizio di via Posillipo, sedetevi al Miracolo dei Pesci. In una vietta defilata, con appena 50 coperti ed una manciata di tavolini all’aperto, Claudio – figlio di un pescatore e una vita trascorsa al porto – vi farà assaggiare meravigliosi piatti di pesce freschissimo. Da provare: paccheri con vongole ed asparagi di mare e la portata di crudi, con ostriche, tartufi, sarago, gamberi, fragole, anguria e mango.

DRITTE TAKE AWAY

Dove ho dormito
Riviera Luxury Suites, bed and breakfast con tutti i comfort nel cuore del vivace quartiere di Chiaia
Ristoranti consigliati
Il miracolo del pesci, largo Sermoneta 17
Pruneto, discesa Coroglio 102  
Dal Presidente (pizzeria), via dei Tribunali 120
Da scoprire
§ Grand Hotel Parker’s, corso Vittorio Emanuele 135
§ Kayak Napoli
§ Galleria Borbonica, per prenotare il proprio percorso 081.7645808 – mail@galleriaborbonica.com
§ Itinerari di street art; mappa completa dei murales di Cyop e Kaf
§ Chiesa delle Anime Pezzentelle
§ Linea 1 della metropolitana
§ Castel dell’Ovo
§ Lungomare Caracciolo
ll libro sul comodino
Leggende napoletane di Matilde Serao

Castel dell’Ovo. © oltreilbalcone

 

 

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