Fiore on the road: i gerani che colorano balconi e fioriere nella Val d’Ayas.
Qualche tempo fa, in estate, ero in cerca di una meta in quota da raggiungere in macchina o treno, partendo da Milano. Per un breve week-end, senza macinare troppi chilometri. Un’amica mi ha dato la dritta vincente: Val d’Ayas. E così, sono fuggita dalla città, senza pensarci troppo, per un fine settimana romantico con cane al seguito, alla volta di una destinazione di montagna dipinta di verde, arancio e ciliegia. La neve può attendere. È questo il bello delle destinazioni in quota: hanno diversi volti, che mutano profondamente con l’alternarsi delle stagioni. I colori, seguono i ritmi nella Natura. Avvolta da un soffice manto bianco, la montagna offre certamente uno dei suoi profili migliori, ma non l’unico. Vanta intriganti armi di seduzione anche in primavera, estate ed autunno. Chi la conosce, lo sa. Per chi ne è ignaro, può rivelare piacevoli sorprese. Vi racconto la mia esperienza estiva (a prova anche dei più scettici!), con un indirizzo grazioso dove dormire e alcuni ristoranti sfiziosi.
Raggiungere la Val d’Ayas
Da Milano imbocco la A4 e in due ore scarse, dopo aver superato Novara e Ivrea, arrivo a Verrès. Da qui, sterzando a destra, un improvviso susseguirsi di curve impervie mi conduce in questa incantevole valle di origine glaciale, sulla quale fa capolino con eleganza il Monte Rosa.
La città è ormai lontana anni luce; è tutto un alternarsi di bucoliche praterie alpine, fitti boschi di larici, incantevoli laghetti e case in pietra e legno. Felakuti (il mio amico peloso color champagne) inizia a mugolare, impaziente di scendere e tuffarsi nella prima pozza d’acqua: è un buon segno, il posto ha già conquistato anche lui.
Grande protagonista del paesaggio è il torrente Evançon, che scorre impetuoso, attraversando i diversi borghi della zona.

Casetta in pietra con fiori nella Val d’Ayas. © oltreilbalcone
Dove dormire
Da casa ho prenotato una chambre d’hôte molto carina a Challand Saint Anselme [in fondo al post, nelle Dritte Take Away maggiori dettagli]. Si trova nel cuore della piccola frazione Maè, è il luogo dove trascorrerò la notte.
Faccio una breve sosta qui per lasciare i bagagli, la camera è un rifugio d’amore in tipico stile valdostano, con pareti in legno, motivi a forma di cuore, un morbidissimo piumone e – in bagno – un kit di cortesia biologico alla stella alpina.

La camera della chambre d’hôtes “Maison Dominique”. © oltreilbalcone
Sul tavolo, accanto alla finestra, è gia disposta la colazione dell’indomani che prevede confetture artigianali, plumcake, pane fatto in casa e succo di mela. Ci si sente un po’ a casa ed è una sensazione piacevole, essendo la prima volta che vengo qui.
Sul terrazzino primeggiano i gerani, c’è anche una fontanella zampillante. Mentre Fela(kuti) si accomoda nel dehors, spalmandosi sul pavimento in pietra, ne approfitto per godermi l’affaccio sulla vallata.

Le marmellate artigianali della chambre d’hôtes “Maison Dominique”. © oltreilbalcone

La veduta sulla natura dalla “Maison Dominique”. © oltreilbalcone
Pranzo con vista lago
Per pranzo ci accomodiamo nel giardino del Ristorante Laghetto di Brusson, con vista su uno specchio d’acqua dalla tonalità azzurro ghiaccio. Sul prato ci sono anche delle sdraio, dove è un piacere farsi riscaldare dai raggi di sole, sorseggiando un bicchiere di moscato, nell’attesa che arrivino i piatti. Io provo (scelta goduriosa!) il tagliere di formaggi valdostani con confettura di mela & cannella e mango & arancia. È una vera coccola.

Il tagliere di formaggi con marmellate del Ristorante Laghetto di Brusson. © oltreilbalcone
Il paese di Brusson
Brusson vanta il bel Castello di Graines, che sorge su un promontorio roccioso e merita una visita. Dal paese c’è una piacevole passeggiata – che collega sino a Challand Saint Anselme – circondata dalle montagne alpine, con tanto di percorso vita per chi volesse sfruttare l’occasione per tenersi in forma.

Una capretta incontrata durante la passeggiata che parte da Brusson. © oltreilbalcone

Una farfalla, in Val d’Ayas. © oltreilbalcone
Lungo il tragitto, tra margherite rosa e caprette che fanno il bagno, si incrociano molteplici farfalle. Felakuti trotterella libero, mentre io mi avventuro in amabili conversazioni con il mio compagno. La montagna mi concede questo prezioso privilegio: assaporare gli istanti. Sino in fondo, senza fretta o ansia di dover fare altro. Qui e ora.

Il mio cane, Felakuti, assapora l’aria di montagna. © oltreilbalcone

Il percorso vita nella passeggiata che parte da Brusson. © oltreilbalcone
Passeggiate in montagna
Da Challand Saint Anselme, un’altra gradevole passeggiata (in realtà c’è l’imbarazzo della scelta!) costeggia il Rue Herbal, uno dei canali più importanti della valle, lungo 12 chilometri.

La passeggiata Rue Herbal, in Val d’Ayas. © oltreilbalcone
Da sempre l’utilizzo dell’acqua, bene prezioso per la sopravvivenza della comunità, è motivo di contrasti tra i villaggi; fortunatamente nel 1.600 venne siglato un accordo, valido ancora oggi, che ne regolamenta l’uso a settimane alterne, permettendo una convivenza armoniosa.
Da sapere: in montagna ci si saluta tutti. Sempre. (Pur senza conoscersi). L’altitudine rende l’uomo più gentile, come se ci fosse un diffusore di solidarietà.

Fiori lungo la passeggiata. © oltreilbalcone
Cena a base di funghi
Per cena scendiamo a valle, a Montjovet. Nel ristorante Le Bourg Chez Dedé accolgono il mio cane come se fosse un capo di stato (raramente ho incontrato un’ospitalità così calorosa in montagna, dove sono meno abituati alla presenza dei quattro zampe nei locali pubblici). Con gli umani non sono da meno, il che non è sempre da darsi per scontato.

Uova con tartufo nero da Le Bourg Chez Dedé. © oltreilbalcone
Il borgo è caratteristico, ma la centrale idroelettrica e l’autostrada sorti con l’avvento della modernità suscitano un sentimento di leggera inquietudine e straniamento. Superateli perchè il ristorante merita.
Il mio animo rilassato mi porta ad ordinare troppo (le porzioni sono abbondanti): funghi porcini fritti, uova con tartufo nero grattuggiato, insalata di porcini freschi e – per non farmi mancare nulla perchè quando si esagera è bene farlo sino in fondo – torta di nocciole con mascarpone.
Nanetti portafortuna
L’indomani è un nuovo giorno. La mattina la proprietaria della chambre d’hôte mi racconta la storia di Marco Revil. Allevatore di capre, per uno sfortunato problema di allergia dovette cambiare lavoro e, in seguito ad una visione (o un incontro?) nei boschi, decise di iniziare a dipingere nanetti portafortuna in legno. Me li porterei tutti a casa, il mio compagno mi dà saggiamente un contegno.

I nanetti portafortuna di Marco Revil. © oltreilbalcone
Dove comprare i formaggi
In compenso faccio incetta di formaggi nella Fromagerie Haut Val d’Ayas a Brusson: tra tomini di capra freschi, fontine DOP stagionate e burro di panna biologico, è impossibile uscire a mani vuote (vendono anche online).

La Formaggeria di Bresson. © oltreilbalcone
Champoluc
Proseguendo lungo la strada, ci spingiamo sino a Champoluc, centro nevralgico collocato nella parte terminale della valle e costellato di boutique, graziosi baretti, variopinte fioriere e casette in legno con le persiane turchesi. Il paese è ammantato da rigogliose foreste di pini e larici.

Una splendida fioriera a Champoluc. © oltreilbalcone
SPA e passeggiate
Il centro benessere Monterosaterme, , inaugurato nel 2015, è il punto ideale per iniziare una passeggiata, lasciandosi alle spalle il centro abitato. La prima parte del percorso è meno autentica rispetto alle escursioni del giorno precedente.
Sulla strada si incontrano sculture in legno e alcuni lampioni, ci sono anche delle telecamere perché il tragitto costeggia un campo da golf. Fortunatamente, procedendo oltre, il bosco prende il sopravvento e si ha la fortuna di camminare indisturbati tra alberi slanciati e sottili. Un’esperienza genuina.

Passeggiata nel bosco a Champoluc. © oltreilbalcone
Perché scegliere la montagna
La montagna dà la possibilità di riconciliarsi con la natura e di ascoltarsi un po’ di più. A volte i ritmi frenetici della quotidianità, soprattutto se si vive in città, ci fanno procedere per forza d’inerzia. Viene il momento in cui è bene fermarsi. Per un attimo, almeno. Fuggire, cambiare orizzonte. Per ritrovarsi.
Non mi ero persa, in realtà, avevo solo scordato che un altrove è possibile. La Val d’Ayas mi ha regalato questo: freschezza di spirito. Come quando mangi una caramella alla menta e ti senti le Alpi in bocca.
DRITTE TAKE AWAY
Dove ho dormito
Maison Dominique, Challand Saint Anselme
Ristoranti consigliati
Hotel Laghetto, Brusson (piatti anche per celiaci)
Le Bourg Chez Dedé, Montjovet
Borghi da visitare
§ Brusson
§ Champoluc
La coccola
Monterosaterme
ALTRE METE DI MONTAGNA CONSIGLIATE
→ Week-end d’estate a Gressoney con il cane (leggi l’articolo)
→ Monte Baldo, passeggiata botanica nel Giardino d’Europa (leggi l’articolo)
→ Crans-Montana, estate eco-friendly tra vini, arte e mountain bike (leggi l’articolo)

Fiori in Val d’Ayas. © oltreilbalcone
SalvaSalva
5 Comments
Marcello
Novembre 6, 2015 at 10:00 pmFigo!
admin
Novembre 6, 2015 at 10:05 pmGrazie mille!
Matteo
Novembre 7, 2015 at 1:15 amWow!
admin
Novembre 7, 2015 at 1:24 amUna bella scoperta a corto raggio
Colli Tortonesi: itinerario sulle vie del Timorasso | oltreilbalcone
Giugno 22, 2017 at 7:21 am[…] esperienze. Anche dietro l’angolo. Vi ho già consigliato una fuga (dog-friendly) in Val d’Ayas, in Valle d’Aosta, e di farvi sedurre dalle meraviglie del Roero, in Piemonte; oggi vi […]