Bello e impossibile, o quasi, la pianta del cappero ha un temperamento ribelle. Affascina con la sua chioma a cascata, ma non si lascia domare facilmente. Me ne sono innamorata la prima volta a Marina di Ragusa, in Sicilia. Vi racconto la mia esperienza con questa pianta e il fascino della Natura, che non può essere imbrigliata. Con una consapevolezza: trovate dei consigli su come coltivare il cappero in fondo all’articolo, ma sappiatelo, deve essere lui a scegliere voi!
Appunti
Ero uscita in terrazzo per recuperare del basilico da aggiungere all’insalata di pomodori ciliegino quando mi accorsi che, nel bel mezzo del pavimento in pietra, spuntava una piantina. Era lui. Temerario e fiero. Ho scoperto, poi, che i capperi sono fatti così. Spesso si trovano sui vecchi muri e nelle scarpate rocciose. Scelgono loro il posto dove crescere rigogliosi. Questo mi ha sempre affascinato della natura. Il suo essere, talvolta, indomabile anche nelle sue manifestazioni più soavi. E non c’è artificio o uomo che tenga. Concede di essere ammirata, ma esige rispetto. Il cappero ne è un buon esempio: difficile da imbrigliare, è lui di solito a decidere dove stare.

La pianta di cappero ammirata in Sicilia, nata dal pavimento in pietra. © oltreilbalcone
Il cappero non ha bisogno di nulla, se nasce spontaneo. Se acquistato e trapiantato, diventa fragile. La sua presenza non è però una prerogativa del Sud Italia. Di origine Mediterranea, nel Meridione si trova spesso in piena terra, soprattutto nelle aree costiere (capparis spinosa); mentre una specie prolifera in tutte le regioni italiane ma in situazioni impervie e inaspettate. E così, è possibile ammirare questa pianta anche tra le mura del Castello Sforzesco di Milano o sulla cinta muraria di Bologna. Probabilmente non avrò mai una pianta di cappero sul mio balcone meneghino. O forse, un giorno, rovistando tra le mie aromatiche alla ricerca di un ciuffo di rosmarino per impreziosire un piatto di lenticchie, mi accorgerò che una piantina verde spunta dal muro. E sarò onorata. Perché avrà scelto il mio terrazzino come luogo felice dove abitare.
Curiosità sul cappero
Tra i luoghi d’elezione dei capperi, le isole siciliane di Pantelleria e Salina, dove crescono rigogliosi nei più remoti e impervi affratti rocciosi. Merito della cacca di lucertole e gechi. Questi animaletti ingeriscono i semi del frutto e li espellono con la defecazione, permettendo alla pianta di propagarsi negli angoli più impensabili.
Descrizione della pianta
Piccolo arbusto ricadente con foglie carnose e sensuali e vistosi fiori a quattro petali bianchi, che da maggio continuano a fiorire per tutta l’estate. Sbocciano la sera, per appassire nella tarda mattinata.
Dritte di giardinaggio
- Ama più che mai il sole e necessità di un’esposizione diretta (tecnicamente, è una pianta eliofila).
- Sopporta con eleganza climi aridi e desertici, datele pochissima acqua: resiste a lunghi periodi di siccità.
- La pianta è molto sensibile all’attacco delle lumache, se amano frequentare il vostro giardino o balcone sarà una dura lotta.
- In inverno, soprattutto se si è nel Nord Italia, è fondamentale fare in modo che durante le gelate la terra non sia intrisa d’acqua. A gennaio/febbraio, la pianta va potata con cura (non però per i primi due anni di età).
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La piantina di cappero in procinto di svilupparsi dalla pietra, a Marina di Ragusa. © oltreilbalcone
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Rossana
Luglio 31, 2015 at 7:45 amBella pianta ; a me piace perche’ mi ricorda il caldo estivo e il mare !!
Corinna Agostoni
Luglio 31, 2015 at 7:48 amSplendida! E’ vero, profuma d’estate. Quanto vorrei averne una sul mio balcone 🙂