Pianta on the road: l’albero della liana nel fiabesco Parco di Maria Luisa, a Siviglia. Qui le fontane sono ranocchie.
Ci sono città dove la bellezza è ovunque. Non va ricercata, scoperta, compresa. È semplicemente lì. Palese. Davanti agli occhi. Colpisce chiunque, senza rimedi. Siviglia è fatta così. Incantevole, deliziosa, armonica. Sa il fatto suo e conquista al primo sguardo. Fascinosa e accessibile. Perché, oltre ad essere bella, è anche una meta low cost: lo sforzo più grande si fa prenotando il volo (anche con Ryanair, difficilmente la tariffa scende sotto i 200 euro andata e ritorno). Poi, però, la strada è tutta in discesa e la meraviglia a portata di mano.
Dove dormire e primo sguardo su Siviglia
Arrivo in un tardo pomeriggio di giugno, la città è luminosa e calda. Nel centro storico riecheggiano gli zoccoli dei cavalli che trainano i calessi, grazie ai quali i turisti più pigri possono fare un comodo city tour seduti in carrozza. Il mio hotel profuma di borotalco [in fondo al post, nelle Dritte Take Away, trovate il link] e si affaccia sulla maestosa Cattedrale, la più grande al mondo in termini di volume, accanto alla quale svetta la Torre della Giralda, campanile che nasce da un antico minareto.

La cattedrale di Siviglia illuminata. © oltreilbalcone
Dopo aver lasciato i bagagli, mi butto nella movida sevillana senza pensarci un secondo. Trovo un tavolino en plein air libero e mi accomodo nella taberna di Alvaro Peregil, che all’interno sfoggia splendidi azulejos: è l’inizio di una grande storia d’amore. Mi serve un salmorejo da urlo (tipica zuppa fredda spagnola a base di pomodoro, aglio e pezzi di pane duro – cugina del gazpacho ma, se possibile, più buona) accompagnato da un calice di vino naranja (d’arancia). Il mitico Alvaro ha due locali contigui dall’atmosfera Anni ’50 su Mateos Gago, dove propone ottime tapas a prezzi cheap, sino a notte tarda.
La movida di Siviglia
La strada brulica di graziosi tapas bar gremiti di persone che hanno voglia di fare festa (è venerdì, in fondo). Cala la sera e, passeggiando a zonzo, mi imbatto in un saggio di flamenco. Una piazza è stata allestita per l’occasione: mentre sul palco si alternano giovani ballerine dai vestiti spumosi e variopinti, i parenti gozzovigliano spensierati su lunghe tavolate.

Un saggio di flamenco tra le strade di Siviglia. © oltreilbalcone
La notte è giovane ed è piacevole passeggiare per la prima volta tra le strade di Siviglia in queste ore tarde, scoprendo – nonostante sia appena arrivata – il suo lato più intimo. Questa città è una donna seducente che non ha alcuna paura nel mostrarsi nuda, consapevole della sua beltà. Raggiungo la Vineria San Telmo in Paseo de Catalina de Ribera ed ordino il rinomato “rascacielo”, una torre di pomodoro con formaggio di capra (per i non veg aggiungono anche il salmone); cus cus di broccoli e bambù e funghi con cipolla fritta. Le tapas mi rendono allegra, permettendomi di ordinare tante piccole cose, sperimentando il più possibile. Il consiglio è di non esagerare – come ovviamente ho fatto io – perché le porzioni, che da definizione dovrebbero essere piccole, sono spesso generose; mentre i prezzi si confermano bassi.

Il rascacielo: un grattacielo di pomodoro e formaggio. © oltreilbalcone
Dopo un buon bicchiere di vino rosso della Rioja, mi spingo sino alla Carboneria in Calle Lieves. Si tratta di un vecchio magazzino di carbone, ora locale cult che propone serate di sevillana, una danza popolare parente del fandango. Al mio arrivo, un signore canta con trasporto un brano struggente di oltre 5 minuti. Non si tratta solo di musica: è un racconto, una confidenza, una confessione sentita. Le persone ascoltano rapite, sedute accanto a lui sino a formare un cerchio. Nessun palco. Torno in hotel volteggiando, stanca e appagata dalla lunga notte trascorsa.
Siviglia 2.0
L’indomani passeggio amabilmente per la città, ammirando fiori, balconi ben curati, librerie, murales e negozietti dove comprerei tutto. La mia prima giornata è dedicata al nuovo che incalza, alla Siviglia 2.0. Mi avventuro in Plaza de la Incarnaciòn per una promenade nel cielo urbano. Nel 2011, nella piazza che ospitava l’antico mercato cittadino e a seguire un orribile parcheggio, è stato inaugurato il Metropol Parasol che i sevillani chiamano Las Setas (i funghi). Realizzata dall’architetto tedesco Jurgen Mayer H., è la struttura in legno più grande al mondo: un’impressionante sequenza di ombrelloni a nido d’ape simili a giganteschi funghi, che si stagliano a 30 metri d’altezza per una lunghezza di 150 metri. Percorsi in cima da un’ondulata passerella, permettono di fare un’originale passeggiata sopra la città, godendo di una vista mozzafiato a 360 gradi.

Las Setas, Metropol Parasol di Siviglia. © oltreilbalcone
Il quartiere frizzante di Alameda de Hércules
Attraversando Calle Sierpes e Calle Tetuán, le vie dello shopping, mi spingo a nord sino all’Alameda de Hércules, un tempo delimitata da pioppi (‘alamos’, in spagnolo). In passato luogo poco raccomandabile, oggi è un’ampia via pedonale, un enorme spazio aperto con fontane da terra zampillanti, piacevole ristoro quando la calura imperversa per i numerosi cani a passeggio. Attraversata al centro dai binari del tram, l’Alameda è costellata su ambedue i lati da bar alla moda (è uno dei posti migliori dove vivere la movida notturna!) e negozi eleganti. Il suolo è ricoperto da mattoni color oro, omaggio alla tipica terra sabbiosa andalusa gialla (alvero) che un tempo ricopriva la piazza. Un indirizzo da segnarsi in agenda è il Duo Tapas: ottimo e con prezzi ridicoli, a dispetto dei gustosi piatti e delle magnifiche presentazioni.

Alameda de Hércules. © oltreilbalcone
Al di là del fiume Guadalquivir
Nel primo pomeriggio – sotto un sole che squarcia le pietre – attraversando il Ponte de la Barqueta, arrivo alla Isla de la Cartuja, che sorge tra i due bracci del Rio Guadalquivir. L’isola fu collegata alla sponda occidentale del fiume in occasione dell’Expo 1992. Per le famiglie, c’è Isla Magica, un enorme parco dei divertimenti a tema coloniale. Lasciate le montagne russe e le altre attrazioni adrenaliniche, mi immergo in un’atmosfera surreale. Le ampie strade sono completamente deserte e ai lati fanno capolino gli avveniristici edifici costruiti per Expo, abbandonati da tempo, dove dominano rigogliosi oleandri in fiore. Mi sento catapultata in un film catastrofico, un futuro prossimo dove sono sopravvissuti pochi essere umani e la natura ha preso il sopravvento. Una fantascienza apocalittica ricca di fiori che ha un fascino speciale (il fatto che siano le 15 e che ci siano 35 gradi potrebbe essere in ogni caso un indizio valido, in grado di giustificare la mancata ressa).

Sulle sponde del fiume Guadalquivir, a Siviglia. © oltreilbalcone
Incontro qualche superstite della mia specie nell’intrigante Centro Andaluso di Arte Contemporanea, all’interno di un monastero del 1399, trasformato in fabbrica di porcellane nell’Ottocento e restaurato per Expo (fu il Padiglione Reale). Alle sue spalle, il Giardino Americano che – tra acacie, palme, agrumi e salici – ospita oltre 400 specie di piante.

Il Giardino Americano. © oltreilbalcone
Poche centinaia di metri più a sud, sorge lo spettacolare Padiglione della Navigazione: costruito per Expo, ha riaperto nel 2012 e merita una visita: divertente anche per i bambini, grazie alle installazioni interattive. Oltre alle mostre temporanee, la permanente si articola in 4 sale, si parte entrando in un mare di punti luce (mezzo milione) che creano un suggestivo gioco visivo. Il percorso permette di scoprire in modo originale le storie dei marinai che hanno attraversato l’Oceano e si può far pratica cazzando la randa e destreggiandosi nel condurre un vascello. Il prezzo del biglietto include la possibilità di salire sulla torre Schindler, da cui si ammirano deliziosi scorci della città (le visite hanno orari prestabiliti e conviene verificare). La sera provo il ristorante di Enrique Becerra, autore di numerosi libri di cucina, che sorge in un bel palazzo del 17esimo secolo. Si rivela però l’unica delusione in un viaggio idilliaco: nulla di speciale e conto salato. Da provare invece il tapas bar, sempre di sua proprietà, che sorge al piano terra.
Il centro storico di Siviglia
Il secondo giorno mi dedico alla Siviglia più classica, quella che ruota intorno al centro storico, per lo più pedonale. La città, in ogni caso, si gira tranquillamente a piedi. Comincio con l’incantevole Alcazar [leggi l’articolo dedicato], il Palazzo Reale che vanta rigogliosi giardini impreziositi da palme, ibischi e bouganville. Vi trascorro tutta la mattinata, rapita.

L’Alcazar di Siviglia. © oltreilbalcone
Una volta fuori, passeggio nel Barrio de Santa Cruz, il vecchio ghetto ebraico (judería), delizioso labirinto di sinuose viuzze che sfociano su piazze ombreggiate da profumati alberi d’arancio. I ristoranti, uno più bello dell’altro, ne delimitano il perimetro. Le piazze più pittoresche sono Plaza de Santa Cruz, che dà il nome al quartiere ed è uno degli angoli più romantici della città, e la squisita Plaza de Dona Elvira.

Il quartiere ebraico di Siviglia. © oltreilbalcone
Il Parco Maria Luisa e Piazza di Spagna
Il pomeriggio lo trascorro interamente nell’incantevole Parco di Maria Luisa, uno dei più bei polmoni verdi cittadini che abbia mai avuto occasione di visitare. Se oggi mi chiedono cos’è la felicità, rispondo quel pomeriggio di giugno. È camminare per mano con la persona che amo all’ombra di cipressi e profumate magnolie, su sentieri che si snodano sinuosi tra gli alberi, mentre le anatre sguazzano negli stagni. Ed è prendere una barchetta a remi per una gita sui canali nella splendida Plaza de Espana, dalla caratteristica forma semicircolare, ingraziosita da fontane e delimitata da un maestoso edificio che celebra la tradizione sivigliana dell’azulejos.
Per tutta la facciata sono raffigurate le cartine di molteplici città spagnole e i rispettivi importanti eventi storici, con tanto di panchine e spazi per il bookcrossing. Il parco – che ospita anche il Museo Archeologico e quello delle Arti e Costumi della Tradizione – ha un itinerario botanico che, tra le varie specie, porta a scoprire l’albero della liana.
C’è un’atmosfera onirica, dal roseto, al Giardino dei Leoni (nessun animale in gabbia, ma statue che incorniciano una fontana, da cui si snodano pergolati di bouganville), sino all’Isoletta degli Uccelli. Qui, si passeggia, senza fretta, tra platani, carrubi, ulivi e grevillea, pianta da cui si ricavano le botti. Quando esco dal parco mi sento sospesa. È la magia di Siviglia, ti catapulta in atmosfere da sogno e, prima che si possa manifestare una qualsivoglia nostalgia per il posto appena lasciato, ti conduce in una nuova fiaba. La sera ceno nel ristorante Casa Tomate: tortilla al whisky aromatizzata all’aglio e champignon alla plancia con salsa prezzemolata. Le papille gustative fanno la ola. Dopo un concertino jazz in Alameda de Hércules, ammiro la città sorseggiando un gin tonic dallo sky bar del mio hotel, molto gettonato dai giovani.

Il Giardino dei Leoni. © oltreilbalcone
La Torre dell’Oro e il Museo del Flamenco
Il terzo giorno è la volta della duecentesca Torre dell’Oro: in riva al fiume, regala begli scorci sulla città. Il nome deriva dalla sua cupola, un tempo rivestita da azulejos dorati. La giornata prosegue tra shopping e pause rinfrescanti nei bar. Nel pomeriggio faccio capolino nel Museo del Flamenco, ospitato in un bel palazzo settecentesco di tre piani. Tra quadri e foto, il proposito è quello di far conoscere questa suggestiva arte. Giornalmente ci sono tre spettacoli e, nonostante inizialmente fossi dubbiosa, è davvero un’esperienza incredibile (da prenotare; 20 euro il biglietto).
Il Barrio di Triana
La sera mi spingo (in taxi) sulla sponda opposta del Río Guadalquivir, nel leggendario Barrio di Triana, antica culla del flamenco. Un tempo quartiere dei rom, oggi è un susseguirsi di locali. E se cercate delle ceramiche, questo è il posto giusto per comprarle a prezzi convenienti. Durante l’aperitivo, il sole si accoccola sul fiume regalando una luce suggestiva. Merita una tappa il ristorante Pura Tasca che propone tapas creative: dal salmorejo alle fragole, al risotto con funghi, parmigiano e tartufo bianco.
Non la vorrei lasciare mai Siviglia. Mi ha stregata, sedotta, conquistata. Rimane qui un pezzo del mio cuore. Tornerò presto a riprendermelo (ogni scusa è buona per farvi ritorno).
DRITTE TAKE AWAY
Dove ho dormito
Dona Maria Hotel. Centralissimo, con piscina ed un delizioso profumo di iris e borotalco all’ingresso
Tapas bar consigliati
§ Pura Tasca
§ Duo Tapas
§ Alvaro Peregil
§ Casa Tomate (Calle Mateos Gago, 24 – tel: +34 954.220421)
§ Vineria San Telmo, Paseo de Catalina de Ribera – Siviglia
Dove ascoltare musica
Carboneria, Calle Lieves – Siviglia
Da vedere
§ Cattedrale
§ Alcazar
§ Il Metropolitan Parasol (Las Setas)
§ Parco di Maria Luisa e piazza di Spagna
§ Centro Andaluso di Arte Contemporanea
§ Padiglione della Navigazione
§ Museo del Flamenco
§ Barrio di Triana
SCOPRI ANCHE…
Siviglia: l’Alcazar e i suoi giardini (leggi l’articolo)
ALTRE METE DA NON PERDERE IN ANDALUSIA
→ Granada (leggi l’articolo)
→ Malaga (leggi l’articolo)
→ Almeria (leggi l’articolo)
→ Deserto di Tabernas (leggi l’articolo)
→ Riserva Naturale di Cabo de Gata (leggi l’articolo)

Veduta di Siviglia dal Barrio de Triana. © oltreilbalcone
SalvaSalva
9 Comments
Alcazar e i suoi giardini: il Palazzo Reale di Siviglia | oltreilbalcone
Agosto 6, 2015 at 1:54 am[…] on the road: le ninfee dei giardini acquatici.La bella Siviglia racchiude un angolo di paradiso. Perché se l’Eden esiste, il suo indirizzo è Patio de […]
Rossana
Agosto 6, 2015 at 9:24 amConcordo pienamente: Siviglia è una citta’ meravigliosa, oltre che magica e gioiosa !
elemeoww
Settembre 16, 2015 at 12:46 pmavevo dubbi se andarci a novembre per le mie ferie; mi hai convinto!!!
bellissimo articolo 🙂
Corinna Agostoni
Settembre 16, 2015 at 12:50 pmGrazie mille. Fai bene ad andarci, merita davvero!
elemeoww
Settembre 16, 2015 at 12:51 pmil top per me sarebbe fare il giro dell’andalusia: siviglia-granada-cordoba…
vediamo il tempo e le finanze cosa mi permetteranno 😀
complimenti per il blog!
Corinna Agostoni
Settembre 16, 2015 at 12:57 pmGrazie (e ricambio, il tuo blog è molto sfizioso)! Il giro dell’Andalusia è splendido e novembre è un buon mese perché il clima è mite. Capisco le variabili tempo/finanza 😀 … sono curiosa di sapere la tua opinione quando tornerai dalle ferie. Buona giornata!
elemeoww
Settembre 16, 2015 at 12:59 pmGrazie 1000! Buona giornata anche a te… al prossimo post 🙂
Québec, la città canadese dal fascino francese | oltreilbalcone
Dicembre 30, 2016 at 12:32 am[…] incanto ed entra di diritto nella mia Top 5 delle città più belle al mondo, insieme a Parigi e Siviglia (leggi l’articolo). La Città Vecchia alta è dominata dalla Citadelle, che sorge sulla sommità dello sperone […]
Deserto di Tabernas, il Far West è in Spagna | oltreilbalcone
Luglio 18, 2017 at 4:38 pm[…] ALTRE TAPPE DA NON PERDERE IN ANDALUSIA → Riserva Naturale di Cabo de Gata (leggi l’articolo) → Siviglia (leggi l’articolo) […]