Fiore on the road: le seducenti rose dinnanzi ai filari di viti della Franciacorta, sentinelle preziose.
Un susseguirsi di filari costellati di abbazie, castelli e chiese. Con i piedi conficcati nella Pianura Padana e la testa immersa nel Lago d’Iseo, in provincia di Brescia, la Franciacorta ospita rigogliosi vigneti, bassi e ondulati, in uno scenario bucolico e verdeggiante. Qui, nel Regno delle Bollicine italiane, l’aria profuma di pane croccante. Milano dista poco più di un’ora, ma sembra lontana anni luce. Vi suggerisco due cantine che meritano una visita, soprattutto per gli appassionati di “dosaggio zero”.
Il coraggio dei vignaioli della Franciacorta
Sino a poco tempo fa, in Franciacorta si produceva e beveva prevalentemente vino rosso. Nulla di eccezionale. Ma i testardi vignaioli hanno avuto il coraggio, e la giusta intuizione, di abbandonare le rassicuranti distese di cabernet e nebbiolo per inseguire le bolle. Scommessa vincente. Nel 1995 il Franciacorta riceve la DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) e il successo mondiale (14 milioni le bottiglie commercializzate). Il derby con lo Champagne è tutto da giocare.

Bottiglie di Franciacorta in una cantina. © oltreilbalcone
La cantina Faccoli
Dopo un breve ripasso in macchina sulla seconda fermentazione in bottiglia (che differenzia uno spumante, ottenuto con il cosiddetto metodo classico o champenoise, dal prosecco), mi reco curiosa nella cantina dei fratelli Faccoli, a Coccaglio. I due hanno ereditato dal padre Lorenzo, a cui è dedicata l’azienda, un terreno ricco di minerali, con un’esposizione fortunata. Il fratello minore è spumeggiante e ci introduce con entusiasmo ai suoi vini; l’altro, meno esuberante ma saggio, si riserva di bere solo le bottiglie più importanti. Mi avventuro in un perlage avvincente e rimango conquistata dalla grazia del Pas Dosé (o dosaggio zero, senza cioè l’aggiunta di “liquer d’expedition”, che si utilizza per aumentare la concentrazione degli zuccheri) e dalla grinta del Millesimato (le cui uve sono state raccolte nello stesso anno; si fa solo con le annate migliori).

Insieme ad uno dei fratelli Faccoli. © oltreilbalcone
“Il vino, quando l’hai rispettato, non puoi fare nulla di più” chiosa il fratello minore. La fanno semplice, loro. Ma le bollicine di Faccoli sono speciali. Intriganti, coinvolgenti. Mentre sorseggio appagata quest’oro effervescente, ammiro le rose carnose davanti ai filari, sentinelle preziose che hanno il compito di avvertire per tempo l’insorgere di malattie delle viti. Alcuni sostengono sia un falso mito, ma la bellezza di questi fiori basta a giustificarne la presenza.
La cantina Andrea Arici
Nel pomeriggio ci concediamo una visita da Andrea Arici. Sua mamma ci intrattiene raccontandoci che Emma Marcegaglia e George Clooney sono clienti affezionati. Capisco che le aziende vinicole migliori sono quelle a conduzione familiare e che dietro ad ogni cantina, ogni vino, ci sono storie che meritano di essere raccontate.

Alcune delle bottiglie degustate da Andrea Arici. © oltreilbalcone
Andrea ha avuto la tenacia di rimettere in produzione i vigneti abbandonati sulla collina della Stella, strappando rovi e recuperando piante capaci di regalare un ottimo vino. Per scelta, produce solo “dosaggi zero” (senza aggiunta di zuccheri). Rimango incantata dal suo rosé. E dalla passione con cui ogni giorno si dedica alle vigne.
Sono storie, queste, di persone capaci di vedere lontano. Di rimboccarsi le maniche e dedicarsi, sudando, a un sogno. Che si sprigiona in un bicchiere, movimentato da piccole e rapide bollicine. Capaci di arrivare in alto.
DRITTE TAKE AWAY
Cantine da visitare
§ Faccoli, via Cava 7 – Coccaglio (Brescia)
§ Andrea Arici, via Forcella 70 – Piazza (Brescia)
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Una bottiglia di Franciacorta appena stappata. © oltreilbalcone
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