Flower on the road: le sinuose orchidee del giardino tropicale del Golden Gate Park.
San Francisco – San Fran, per gli amici – e’ una città che ubriaca. Completamente folle, variegata, esplosiva. Discese ardite e risalite. Votata al biologico e all’ecologia.
Ci sono per esempio i Friends of the Urban Forest, un’associazione no-profit che pianta alberi e fiori (il 40% del verde cittadino è opera loro!) Culla dell’American Dream, sulle sue spalle poggia un soffice manto nebbioso che avvolge la città, raramente il sole fa fugaci apparizioni. La giacca a vento è una preziosa compagna di viaggio. Piove appena quando attraversiamo il Golden Gate Bridge e mi emoziono.
Da quel momento si susseguono, come in un flipper, un rimpallo di sensazioni forti, convulse come la città. San Fran merita almeno 3 giorni. Partiamo da Haight-Ashbury, culla del movimento hippy, ma anche skinhead e rave.
Da Mission – il quartiere ispanico con i suoi splendidi murales e una frizzante vita notturna – ai sali e scendi di Russian Hill, da esplorare con il cable car, che si inerpica audace sulle colline. Trainato lungo dei binari da cavi in continuo movimento, è considerato monumento storico.
Dalla Coit Tower si vedono splendidi scorci della città. Scendendo i Filbert Steps si fa una passeggiata profumata tra case vittoriane e rigogliosi giardini fioriti, con lilla’, caprifogli e piante di limone. Centinaia di scalini dopo, arriviamo in Levi’s Plaza, l’azienda di jeans e’ stata fondata qui. Lo shopping e’ meritato!
Il Fisherman’s Wharf ospita una colonia di otarie, che sonnecchiano indisturbate mentre i turisti si divertono ad osservarle. Mi innamoro di North Beach e Telegraph Hill, ma sono di parte. Qui, nella graziosa Washington Square, c’è il sagrato della chiesa dove sono stati immortalati la mia adorata Marilyn e Joe di Maggio il giorno delle loro nozze. Il quartiere ha dato i natali alla Beat Generation, fu l’epicentro della bohème musicale e letteraria. Dopo una paziente ora in coda, facciamo uno squisito brunch da Mama’s: omelette, french toast, pancake e frullato. La dieta può attendere.
La città e’ ricca di parchi, tutti ospitano almeno un campo da tennis. Dal Buena Vista Park, dove tra cipressi e cedri, si gode di una splendida vista di San Fran; all’Alamo Square Park, molto frequentato dai dog-sitter. Cani di qualsiasi taglia, dai boxer ai pincher, giocano insieme e si rotolano beati sull’erba. Da qui si possono anche ammirare le Painted Ladies su Stainer Street, una serie di eleganti dimore vittoriane.
Ma su tutti primeggia lo splendido Golden Gate Park. Più grande del Central Park di New York, ospita oltre 6.000 specie di piante provenienti da tutto il mondo. Convinco i miei amici a passarci una giornata, noleggiamo una bici e partiamo alla scoperta. All’interno c’è un mondo ed essendo domenica è estremamente variegato: coppie che ballano lo swing e uomini che esibiscono i muscoli facendo acrobazie sui rollerblade. Vigili a cavallo, giovani innamorati che si baciano sul pedalò in mezzo al lago e bambini che sgranocchiano allegri popcorn caramellati. Visitiamo i giardini tropicali (Conservatory of flower) all’interno di una serra in legno e vetro di architettura vittoriana.
Splendide orchidee, buffe piante carnivore, il fiore dell’heliconia rostrata (Ecuador) assomiglia alla chela di un granchio.
Faccio la mia conoscenza con la pianta dell’ananas e quella della cannella. Una sezione è dedicata alla flora acquatica. C’è anche la stanza delle farfalle, che volteggiano da un fiore all’altro sopra le teste dei passanti.
Nel Japanese Tea Garden facciamo una passeggiata zen tra bonsai, pagode e ruscelli popolati da carpe. Incontro diversi scoiattoli per nulla preoccupati della presenza umana.
Dopo un the al gelsomino, ammiro il De Young Museum che ospita anche una collezione di arte contemporanea – da Rivera a Hopper – e l’enorme California Academy of Sciences, il cui tetto ondulato e paesaggistico è stato creato da Renzo Piano. Dopo il giardino delle rose, quello dei rododendri, i mulini a vento, superato il recinto dei bisonti, le cascate e i fitti boschetti di eucalipti e acacie, raggiungiamo Ocean Beach, la spiaggia più lunga della città (6,5 km). L’aria è fresca e lieve, i pensieri veleggiano leggeri. I miei occhi grondano meraviglia.
→ Tappa successiva: Santa Cruz
4 Comments
Santa Cruz | oltreilbalcone
Settembre 1, 2013 at 6:56 am[…] ← San Fran settembre 1, 2013 · 3:17 am ↓ Salta ai commenti […]
Barbapapà, la famiglia ecologista soffice come zucchero filato | oltreilbalcone
Marzo 23, 2015 at 4:50 pm[…] Taylor nacque negli Anni ’30 a San Francisco (leggi qui l’articolo dedicato a questa città), era un insegnante di matematica e biologia. […]
Barbapapà, la famiglia ecologista soffice come zucchero filato | oltreilbalcone
Novembre 26, 2015 at 1:10 pm[…] Taylor nacque negli Anni ’30 a San Francisco (leggi qui l’articolo dedicato a questa città), era un insegnante di matematica e biologia. Conobbe Annette Tison, che ai tempi studiava […]
Napa e Sonoma Valley | oltreilbalcone
Maggio 11, 2016 at 11:34 am[…] Nord California San Fran → by Corinna Agostoni | agosto 30, 2013 · 7:54 am ↓ Jump to […]